Quaderno 46 - Adolescenti e prostituzione

23/04/2009

Uno spunto per comprendere il fenomeno della prostituzione minorile e contribuire alla riflessione: il nuovo quaderno del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza presenta un'indagine conoscitiva su una realtà poco visibile ma purtroppo in crescita.

L'obiettivo è quello di conoscere meglio questo fenomeno “sommerso” per capire quali interventi psicologici, sociali e giudiziali vengano messi in campo per riscattare i bambini e gli adolescenti sfruttati a fini sessuali.

La difficoltà della materia e il coinvolgimento dei soggetti che operano nel campo hanno suggerito di dividere la ricerca in un'indagine sociale, che analizzi gli interventi per il recupero, e una giudiziale all'interno dei tribunali, per capire come sono analizzati e gestiti i casi riguardanti minori prostituiti. Le due indagini si sono svolte, nell'arco di due mesi, in otto aree diverse del paese, avvalendosi anche della collaborazioni di enti e associazioni locali. Le aree scelte sono state le province di Milano, Napoli, Bari e Palermo, la costa romagnola, quella marchigiana-abruzzese, il comune di Roma. In queste zone sono stati individuati “testimoni privilegiati” da intervistare: assistenti sociali, educatori, psicologi, mediatori culturali, personali di polizia, avvocati, ma anche magistrati del tribunale dei minorenni e di quello ordinario.

L'indagine sociale ha messo in luce che il fenomeno della prostituzione minorile sfugge ancora a stime ufficiali: quelle parziali dicono che, in strada, riguarda circa 1500-1800 bambini e adolescenti, pari all'8-10% dell'universo della prostituzione, mentre sfuggono completamente i dati per quanti lavorano in ambienti chiusi. Gli stessi operatori si devono scontrare col difficile accertamento dell'età dei minori coinvolti, col continuo turn-over delle presenze in strada per eludere i controlli, con la crescente concentrazione della prostituzione in luoghi chiusi come appartamenti, locali pubblici, alberghi.

Sulla base delle testimonianze raccolte, lo sfruttamento sessuale vede un aumento della prostituzione maschile che in alcune zone (per esempio, Roma) ormai sembra prevalente, e un incremento nella presenza di stranieri, soprattutto dai paesi dell'ex blocco sovietico. La nazionalità più diffusa sarebbe quella rumena, con una nutrita percentuale di Rom nel campo maschile (spesso indotti a prostituirsi dalla necessità). I Rom risulterebbero anche i più giovani: dai 10 ai 14 anni, mentre gli Italiani sono più giovani degli stranieri e le femmine più dei maschi (dai 12 anni le prime, dai 13 ai 17 anni i secondi). Secondo le testimonianze, la fascia più interessata è ormai quella preadolescenziale: il mercato richiede prostituti e prostitute sempre più giovani.

La difficoltà a ritrarre il fenomeno si ripercuote anche nella nebulosità della figura del cliente-tipo: abbraccia diverse fasce d'età e tutti i ceti sociali, anche se quasi sempre si tratta di uomini italiani sulla cinquantina. Dopo la segnalazione del minore coinvolto si attiva una procedura standardizzata volta al recupero: agli accertamenti segue l'inserimento in uno spazio di pronta accoglienza e poi il trasferimento in una comunità per avviare il percorso di integrazione sociale.

La ricerca mette in luce un maggiore bisogno di formazione, informazione e sensibilizzazione nei confronti di insegnati, operatori, dirigenti scolastici e operatori, per metterli in grado di interpretare tempestivamente i segnali di disagio. Gli operatori sottolineano anche l'urgenza di un maggior coordinamento operativo tra tutti gli operatori che lavorano con e per i minori, di una mappatura e di un monitoraggio più costanti del fenomeno e di maggiore attenzione territoriale verso le situazioni di disagio.

La seconda parte del volume propone una corposa serie di contributi sul tema da parte di giuristi, operatori sociali ed esperti e una panoramica delle associazioni e degli enti che hanno collaborato alla ricerca. (mf)