Famiglie con figli costrette a rinunciare alle vacanze, dati #Conibambini [1]

Nel 2024 circa il 28% delle famiglie con un figlio minorenne non ha potuto permettersi di fare una settimana di vacanze lontano da casa. La percentuale aumenta al crescere del numero di figli: il 30% delle famiglie con due figli under 18 e il 44,4% di quelle con tre o più figli ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie all’anno. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio #Conibambini sulle famiglie con figli costrette a rinunciare alle vacanze per motivi economici [6], pubblicati sul sito dell’impresa sociale Con i Bambini.
«La rinuncia a un periodo di vacanza lontano da casa – si spiega nel sito dell’impresa sociale - non è solo una questione di svago. Può incidere profondamente sul benessere e sullo sviluppo dei bambini. Le vacanze estive rappresentano infatti per molti minori un’occasione di apprendimento informale, di socializzazione e di crescita emotiva. L’assenza di queste opportunità può amplificare ulteriormente il divario tra chi ha accesso a esperienze educative e formative di qualità e chi, invece, è costretto a restare a casa per motivi economici. Un modo diverso in cui agisce la cosiddetta “trappola della povertà educativa”».
I dati prendono in esame la quota di famiglie con figli a carico che si mantengono con un unico reddito. «Una situazione che – in molti casi – rende fragili le finanze familiari e può comportare per il nucleo di dover rinunciare a questo tipo di spese. L’indicatore che è possibile analizzare attraverso i dati a disposizione, nello specifico, è la quota di famiglie anagrafiche in cui è presente almeno un minore con meno di 6 anni e un unico percettore di reddito sul totale delle famiglie monoreddito».
Secondo quanto evidenziato dall’Osservatorio, nel 2020, ad Andria, i nuclei monoreddito con figli piccoli a carico hanno raggiunto quota 31,5%. Tra i 10 capoluoghi con la maggiore percentuale di famiglie monoreddito con figli piccoli a carico anche Barletta (28,33%), Prato (26,69%), Napoli (24,41%), Palermo (23,85%), Matera (23,52%), Crotone (23,47%), Trani (23,24%), Vibo Valentia (22,87%) e Latina (22,52%).
Le 10 città capoluogo con la minore incidenza di famiglie in questa situazione, invece, erano Cagliari (10,86%), Carbonia (11,56%), Savona (12,41%), Trieste (12,42%), Genova (12,67%), Biella (13,01%), Pisa (13,26%), Venezia (13,27%), Oristano (13,32%) e Gorizia (13,52%).
«In generale, si nota come sia soprattutto nelle città del mezzogiorno – in particolare nel sud continentale e in Sicilia – che il fenomeno incide di più. Sono 24 i capoluoghi dove oltre il 20% dei nuclei monoreddito ha figli a carico. Di questi, 18 si trovano nell’Italia meridionale. Fanno eccezione le già citate Prato e Latina, nel centro Italia, e le emiliano-romagnole Forlì, Reggio Emilia, Rimini e Modena».
L’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini nasce dalla collaborazione fra l’impresa sociale Con i Bambini e la Fondazione Openpolis per promuovere un dibattito sulla condizione dei minorenni in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte. L’obiettivo è aiutare il decisore a mettere in atto politiche a sostegno dei bambini e dei ragazzi che vivono in stato di disagio, attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti a disposizione di tutti coloro che a vario titolo si confrontano sul tema della povertà educativa minorile.
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alle tematiche Povertà [7] e Tempo libero [8], raggiungibili dal menù di navigazione “Temi”.