
In un momento di forte crisi come quello attuale si torna a parlare, sui giornali, di "calo delle adozioni", fenomeno che, sostengono in molti, sarebbe dovuto principalmente a motivi economici. A volte, però, l'accento sui dati rischia di sacrificare l'accuratezza e la completezza delle informazioni, con il risultato di offrire una visione parziale del problema. E' il caso, ad esempio, di un articolo uscito sul quotidiano La Stampa del 3 ottobre scorso, che propone il tema concentrando l'attenzione proprio sulle spese necessarie per adottare un bambino e riporta, senza citare la fonte, alcuni dati sulle «richieste delle coppie che si rivolgono ai tribunali per ottenere il decreto di idoneità».
Secondo i dati citati nell'articolo sarebbero «in calo costante dal 2004 coloro che decidono di sottoporsi alla procedura per adottare un bambino all'estero e dal 2006 quelle che decidono altrettanto con un bambino italiano». Il tema è complesso e chiama in causa motivi e aspetti diversi, che non fanno riferimento solo alla sfera economica. Prima di affrontare l'argomento da una visuale più ampia occorre fare chiarezza sia sui termini che sui dati.
«Con il termine "richieste" usato nell'articolo - spiega Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali - si indicano, in realtà, le dichiarazioni di disponibilità presentate al tribunale per i minorenni dalle coppie che intendono adottare un bambino. I dati ufficiali sulle dichiarazioni di disponibilità, forniti dal Ministero della giustizia, arrivano fino al 2007; quelli che riguardano gli anni dal 2008 al 2010 sono dati incompleti, su cui stiamo lavorando. I dati certi su cui possiamo ragionare sono invece quelli relativi ai decreti di idoneità rilasciati dai tribunali, provvedimenti con cui i giudici accertano la sussistenza dei requisiti per l'adozione e decidono se le coppie sono idonee a compiere questo passo».
I dati sui decreti di idoneità sono contenuti nel rapporto della Commissione per le adozioni internazionali relativo ai fascicoli dal primo gennaio al 31 dicembre 2010, consultabile on line sul sito della Commissione. «Dal rapporto – continua Bacchetta - emerge una diminuzione, dal 2006 al 2010, del numero dei decreti di idoneità rilasciati dai tribunali». Dai 6.237 del 2006, infatti, si è passati ai 4.509 del 2009.
Ma quali sono le ragioni alla base del calo dei decreti di idoneità? Su questo punto la vicepresidente è chiara: si tratta di un insieme di motivi, che non si esauriscono nel fattore economico. «Accanto alla difficoltà di sostenere le spese per l'adozione, sempre maggiore in un momento di forte crisi come quello attuale, c'è anche il fatto che l'adozione è percepita da tutti come un "percorso non idilliaco". Dopo anni di attività di sensibilizzazione e informazione portate avanti dagli enti autorizzati, le coppie che si avvicinano all'adozione sono diventate molto più responsabili e consapevoli. Sul fenomeno incidono anche i sempre maggiori vincoli posti da alcuni Paesi di origine. I dati rivelano, comunque, un incremento del numero dei decreti seguiti dal conferimento dell'incarico agli enti autorizzati, un segnale positivo che conferma come le coppie siano diventate più responsabili».
Lo stesso concetto di una maggiore consapevolezza dei futuri genitori adottivi è ribadito da Rosa Rosnati, docente di psicologia sociale all'Università Cattolica di Milano e membro del comitato tecnico scientifico del Centro nazionale: «leggerei il dato sul calo dei decreti di idoneità come segnale di una maggior consapevolezza da parte delle coppie delle sfide che pone il percorso adottivo. Un percorso che richiede una preparazione molto intensa e competenze genitoriali specifiche, anche in relazione al fatto che i bambini adottati hanno un'età abbastanza elevata, in media intorno ai sei anni. Sicuramente incidono anche alcuni fattori contestuali, come la crisi economica, ma anche le difficoltà del vivere e l'incertezza rispetto al futuro».
Nonostante il calo dei decreti di idoneità, sia il rapporto relativo al 2010 sia l'ultimo rapporto della Commissione relativo al primo semestre del 2011 rivelano un incremento del numero di adozioni nel nostro Paese. «Il calo dei decreti di idoneità – sottolinea Rosnati - non può assolutamente essere letto come un calo delle adozioni; anzi, negli ultimi anni abbiamo assistito a un notevole incremento del numero di adozioni internazionali annue in Italia. Il nostro Paese detiene il primato in Europa per numero di adozioni ed è il secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti». (bg)
(Crediti foto)
Per saperne di più:
- "Il calo delle adozioni" (dal quotidiano La Stampa del 3 ottobre 2011)
- Il rapporto della Commissione per le adozioni internazionali relativo al 2010
- Il rapporto della Commissione per le adozioni internazionali relativo al primo semestre 2011
- Quaderno 16 - Adozioni internazionali
- Bibliografia sull'adozione internazionale
- Adozione e affidamento nel cinema (filmografia)