Online nuovo rapporto sull’app Akelius per studenti stranieri [1]
L’app Akelius e il Blended Learning: strategie per l’insegnamento dell’italiano L2 a scuola è il nuovo rapporto realizzato dall’Unicef e dalla Fondazione Ismu per documentare i risultati raggiunti in Italia con Akelius, app che ha l’obiettivo di supportare gli alunni con background migratorio nell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua (L2), durante gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025.
Adottata in 15 Paesi grazie alla collaborazione tra l’Unicef e la Fondazione Akelius, l’applicazione promuove un approccio di apprendimento misto (blended learning), che integra strumenti digitali e metodologie tradizionali, offrendo lezioni, giochi ed esercizi di ascolto, lettura, scrittura e comprensione orale e adattandosi ai diversi livelli di competenza degli studenti.
La sperimentazione nel nostro Paese è iniziata in due istituti comprensivi a Bologna e a Roma ed è poi stata estesa ad altre scuole anche in altre città italiane, coinvolgendo nel solo anno scolastico 2022/2023 oltre 1.000 studenti e 450 docenti.
In totale, dal 2021 ad oggi, il progetto Akelius ha raggiunto 978 docenti e 3.274 studenti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, favorendo l’acquisizione della lingua italiana e l’inclusione di alunni neoarrivati. A partire dall’anno scolastico 2025/2026, le attività del progetto verranno aperte ad altri istituti comprensivi e altri insegnanti ed educatori interessati alla sperimentazione dell’applicazione per alunni tra i 6 e i 12 anni.
I dati del rapporto mostrano progressi significativi degli studenti con background migratorio: oltre il 78% ha raggiunto o superato gli obiettivi di apprendimento previsti, con risultati particolarmente positivi nei livelli più bassi del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. In alcuni casi, bambini e ragazzi partiti da livelli molto iniziali hanno conseguito avanzamenti superiori alle aspettative. I docenti confermano l’alto grado di motivazione degli alunni nell’uso della piattaforma, superiore rispetto ai materiali cartacei tradizionali. L’uso in modalità blended learning, inoltre, ha favorito, insieme al miglioramento linguistico, l’interazione peer-to-peer e lo sviluppo delle competenze digitali.
Il rapporto evidenzia, tuttavia, anche alcune criticità: il turnover degli insegnanti, la difficoltà di integrare l’app nella programmazione scolastica ordinaria e la necessità di consolidare la formazione.
Si può consultare la pubblicazione [6] sul sito della Fondazione Ismu. Lo stesso documento è riportato sul sito dell’Unicef.
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alle tematiche Istruzione [7] e Minorenni immigrati [8], raggiungibili dal menù di navigazione “Temi”.
