Secondo rapporto ANCI - 2007 a cura di Monia Giovannetti Roma, 2008
Il secondo rapporto dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), relativo ai minori stranieri non accompagnati, ha origine come il precedente (uscito nel 2006) da precise motivazioni.
Innanzitutto, le allargate competenze attribuite agli enti locali dalla normativa degli ultimi vent’anni, ultima fra tutte la legge 328/2000 che riconosce ulteriore autonomia legislativa alle amministrazioni territoriali in tema di politiche sociali. In secondo luogo, rispetto alla materia specifica dei bambini e adolescenti di cittadinanza non italiana presenti nel nostro Paese senza familiari, non sono state ancora colmate alcune gravi lacune sull’applicazione corretta e uniforme della legge in vigore, a livello nazionale. Infine, manca una procedura standard di presa in carico di questi minorenni, la cui presenza continua ad aumentare e a variare in alcune dimensioni, richiedendo perciò un’attenzione costante e specifica da parte di coloro che sono tenuti ad assumersi la responsabilità della tutela dei loro diritti. I Comuni – che sono tra i primi soggetti chiamati in causa qualora un bambino o un adolescente in stato di disagio si trovi nel loro territorio di competenza – avvertono la necessità di costruire reti di collaborazione e di confrontarsi sulle singole esperienze realizzate. La raccolta di dati significativi sulla presa in carico dei minori non accompagnati di nazionalità straniera, che sta alla base del rapporto che l’ANCI ha deciso di redigere periodicamente, rappresenta in tal senso un buon esempio di cooperazione. L’attività di ricerca, consistita nella distribuzione di questionari a tutti i Comuni italiani, ha beneficiato della risposta positiva di circa il 70% di essi, dimostrando quanto le amministrazioni locali percepiscano l’importanza della tematica e il bisogno di trovare risposte comuni alle istanze che essa solleva. Il volume riporta i risultati dell’inchiesta, riferiti agli anni dal 2004 al 2006, offrendo un quadro alquanto fedele della realtà rispetto a numero e caratteristiche dei minori “intercettati” da servizi ed enti locali. In particolare viene messo in evidenza quanti e che tipo di bambini e adolescenti sono stati rispettivamente “presi in carico”, accolti in una struttura di “prima accoglienza”, e quanti hanno proseguito il percorso in una comunità di “seconda accoglienza”. Rispetto alla rilevazione precedente, emerge un miglioramento dei servizi d’accoglienza, tuttavia sono ancora troppi i ragazzi che tendono ad allontanarsi dal percorso prima di terminarlo, ovvero fuggono dalla comunità (nel 2006 il 62% degli accolti si è reso irreperibile). Questi adolescenti (tali sono per lo più) vanno ad accrescere il numero di minori “invisibili” che vivono la loro permanenza in Italia in uno stato di “clandestinità”, con il rischio costante di essere coinvolti nel circuito della delinquenza. Tuttavia il problema dell’irregolarità del soggiorno permane anche per molti dei giovani accolti nelle strutture, a causa dell’irrisolta questione delle modalità di rilascio del permesso di soggiorno, che variano a seconda della provincia. Proprio questo aspetto rappresenta normalmente uno dei motivi di fuga dei ragazzi dai centri di accoglienza, non essendo le autorità in grado di garantire certezze sulla effettiva possibilità di rimanere legalmente in Italia dopo il compimento della maggiore età. Si tratta di una questione, come bene sottolineato dai redattori del rapporto, alquanto allarmante e urgente, tanto da spingere i rappresentanti degli enti a chiedere da tempo un piano di intervento ad hoc a livello centrale. E infatti nel 2008 l’allora Ministero della solidarietà sociale ha avviato la sperimentazione del Programma nazionale minori che coinvolge una rete di Comuni selezionati con bando pubblico. Si sta in tal modo rodando un sistema nazionale di presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riguardo alla fase della pronta accoglienza.