È dedicata alla didattica a distanza (DAD) la nuova ricerca della Global Campaign for Education Italia che dà voce agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado per conoscere le esigenze formative, avere informazioni aggiornate sul mondo della scuola e capire l’impatto della DAD.
L’indagine, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, ha coinvolto oltre 2.800 docenti in tutta la penisola, che hanno raccontato le difficoltà quotidiane degli studenti, tra disagio in famiglia, problemi di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo.
Dalla ricerca emerge che la didattica a distanza è percepita come un cambiamento di grande portata che richiede un ripensamento dell’insegnamento (77,1%) e, ancor più, delle modalità di valutazione (88,2%). Non solo: si sostiene che dovrebbe essere obbligatoria la formazione dei docenti su metodologie e strumenti per la DAD (83,.2%) anche perché solo il 45,3% dei docenti si sentiva pronto per la DAD quando è stato necessario utilizzarla (l’87,6% ha visto crescere le proprie capacità di utilizzo degli strumenti in questi mesi).
Per l’82,4% degli insegnanti la didattica a distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti per diverse possibilità in merito all’hardware, al software, alla capacità di utilizzo degli strumenti da parte dei bambini e dei ragazzi, mentre il 69,2% ha rilevato svantaggi per gli studenti con bisogni educativi speciali, disturbi dell’apprendimento, disabilità. Complessivamente più di un docente su due lamenta difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi formativi (50,8%). «In effetti il bilancio complessivo – si legge nella sintesi dell’indagine - mostra un campione molto polarizzato: per il 52.4% è stata complessivamente una esperienza positiva (ma per il 18.6% poco o per niente e il 31.0% indica ‘così così’), per il 38.2% la DAD non deve interrompersi con la fine della fase Covid-19 (ma un ampio 43.0% è contrario)».
Il 26,8% degli insegnanti intervistati, inoltre, segnala che almeno metà classe è rimasta indietro con compiti e lezioni: per il 57,4% dei docenti il motivo principale è la presenza di situazioni di disagio in famiglia (mancanza di spazi dove studiare o seguire le lezioni, tensioni), seguita dallo scarso impegno dello studente (46%), ma anche da problemi di connettività (44,7%), di mancanza di strumenti (42%) e – meno – dalla limitata capacità di utilizzo del software necessario (25,9%).
La sintesi della ricerca è disponibile online sul sito della Global Campaign for Education Italia, nella pagina dedicata.
La Campagna Globale per l’Educazione è un movimento di associazioni, educatori, insegnanti, ong e sindacati impegnato sui temi dell’educazione. La Coalizione italiana della Campagna Globale per l’Educazione, costituita nel dicembre 2008, è composta da varie organizzazioni, fra le quali Save the Children e Oxfam Italia.