È online, sul sito dell’impresa sociale Con i Bambini, la sintesi del report Crescere senza distanza, un progetto mirato al contrasto della povertà educativa nel settore dell’apprendimento a distanza, che parte dall’esperienza di bambini ospedalizzati a causa di gravi malattie, per arrivare alla realizzazione di un protocollo “collaudato” nelle scuole di diverso ordine e grado del nostro Paese, da mettere a disposizione di tutti nell’ottica di una riflessione sulla didattica a distanza in questo periodo di emergenza sanitaria. Il report - promosso dal Ministero della salute, dal Ministero dell’istruzione e da Con i Bambini – è stato realizzato dalla Fondazione Zancan.
Agli insegnanti della scuola in ospedale, ai genitori, ai sanitari e agli stessi bambini e ragazzi è stato chiesto cosa insegnano le esperienze dei giovani con patologie croniche sull’apprendimento a distanza. Gli intervistati hanno dato indicazioni preziose su come gestire “l’apprendimento durante il distanziamento” e su come gestire la classe rovesciata (da uno al piccolo gruppo, a tutti).
I loro contributi sono stati utilizzati per elaborare delle raccomandazioni mirate a facilitare l’apprendimento a distanza, a disposizione del mondo della scuola, delle famiglie e di quanti operano nei progetti di lotta alla povertà educativa.
Il protocollo costruito dopo la mappatura delle esperienze è stato sottoposto a “stress test” in un gruppo di classi, con il coinvolgimento di insegnanti, educatori e studenti, in modo da validare il suo utilizzo per un pubblico più ampio.
I ragazzi ospedalizzati coinvolti nel progetto hanno dichiarato che l’insegnamento personalizzato è più proficuo sul piano dell’apprendimento, perché favorisce l’attenzione e il confronto con l’insegnante. Questo approccio è ritenuto fondamentale per sostenere gli studenti in un momento di difficoltà come quello della malattia, aiuta ad avere un obiettivo e a non lasciarsi andare e incoraggia sul piano psicologico e pratico.
Il 62% degli alunni della scuola primaria sottoposti a stress test ha dichiarato di apprezzare la didattica a distanza (DaD) e il 91% di avere appreso cose nuove. Molti di loro hanno sentito la mancanza dei propri compagni di classe (44%).
L’86% degli studenti della scuola secondaria di primo grado e il 71% di quelli delle superiori hanno dichiarato di avere imparato cose nuove. Al 57% dei ragazzi che frequentano la scuola secondaria di secondo grado è piaciuta la didattica a distanza.
In tutti gli ordini di scuola è emersa una certa fatica nel seguire le lezioni in didattica a distanza, anche se, dall’altra parte, viene riconosciuta la spinta derivante dalla DaD a una maggiore responsabilizzazione degli studenti nell’organizzazione dello studio, a una maggiore autonomia e, allo stesso tempo, il vantaggio della flessibilità dell’orario e della promozione di un’idea diversa sul “fare scuola”, basata anche sull’utilizzo delle tecnologie quali alleate della didattica.
Le raccomandazioni per migliorare la didattica a distanza evidenziano la necessità di avere libri digitali per chi non li ha, migliori connessioni, pc e tablet, ma si concentrano anche sulle soluzioni didattiche. «Se non sono personalizzate, tarate sulle diverse difficoltà e capacità di ogni studente, se non sono capaci di valorizzare il lavoro personale e in piccoli gruppi – si legge nel sito di Con i Bambini - si manifesta il rischio dell’aumento del distanziamento dalle pari opportunità e dal diritto costituzionale all’istruzione. Per evitarlo si consiglia di bilanciare le videolezioni con esercitazioni, imparare concretamente, verificare in tempo reale le difficoltà di apprendimento e i traguardi raggiunti. Per facilitare il confronto in remoto è importante trovare il ritmo giusto tra teaching e learning, insegnare e imparare, con lezioni modulate (contenuti, esempi, utilità pratica, testimonianze…). In particolare le forme di valutazione devono essere concepite quali palestre quotidiane dove i traguardi vengono dimensionati sulle potenzialità di ogni ragazzo, come nello sport».
La sintesi del report è disponibile nella notizia dedicata.