Aumenta il numero dei ragazzi detenuti negli istituti penali per minorenni (IPM). È quanto emerge dal VII Rapporto sulla giustizia minorile in Italia dell’associazione Antigone, intitolato Prospettive minori e disponibile online sul sito ragazzidentro.it. Una fotografia delle strutture detentive minorili del nostro Paese che analizza molti aspetti, come l’età, il genere e la provenienza dei giovani detenuti, la tipologia di reati commessi, il sovraffollamento, i casi difficili e le gestioni complesse.
«Il cosiddetto Decreto Caivano – si spiega nel comunicato stampa che presenta il documento - ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile, sia in termini di aumento del ricorso alla detenzione che di qualità dei percorsi di recupero per il giovane autore di delitto. L’estensione delle possibilità di applicazione dell’accompagnamento a seguito di flagranza e della custodia cautelare in carcere stravolge l’impianto del codice di procedura penale minorile del 1988 e sta già determinando un’impennata degli ingressi negli IPM».
Secondo i dati del rapporto, al 15 gennaio 2024 i ragazzi - minorenni e giovani adulti - detenuti nei 17 istituti penali per minorenni in Italia erano 496, di cui 254 stranieri e 13 donne. L’istituto che contava più presenze era il Beccaria di Milano (69 ragazzi), mentre quelli che ne registravano meno erano Quartucciu in Sardegna (8 ragazzi presenti) e Pontremoli in Toscana (8 ragazze), unico istituto penale per minorenni interamente femminile d’Italia. Le altre 5 ragazze presenti erano distribuite tra Napoli e Roma.
Gli under 18 reclusi negli istituti penali per minorenni sono il 57,7% dei presenti (il rapporto ricorda che in tali strutture possono esserci anche i ragazzi, tra i 18 e i 25 anni, che hanno commesso il reato da minorenni e hanno raggiunto la maggiore età successivamente). La fascia di età più rappresentata è quella dei 16 e 17 anni.
Il rapporto rivela inoltre che i reati contro il patrimonio sono il 55,2% del totale dei reati a carico dei ragazzi entrati in un istituto penale per minorenni nel corso del 2023, il 63,9% se si guarda ai soli stranieri e il 70,2% se si guarda alle sole donne. Tra questi il più ricorrente è la rapina (30,5%), seguito dal furto (15,1%). I reati contro la persona, invece, rappresentano il 22,7%.
«I reati contro l’incolumità pubblica (10,6% del totale) sostanzialmente coincidono con le violazioni della legge sugli stupefacenti, che rappresentano il 10,2% del totale dei reati a carico di chi è entrato in IPM nel 2023, ed il 14,5% se si guarda ai soli italiani. Questi numeri, se si guarda agli ingressi nel 2022, erano rispettivamente il 6,9% e l'8,6%. Di fatto, se si confrontano i delitti a carico delle persone entrate in IPM nel corso del 2022 con quelle entrate nel 2023, la crescita maggiore è quella registrata appunto per le violazioni della legge sugli stupefacenti, che sono aumentate del 37,4% in un solo anno».
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