Cose di questo mondo

2009/07/17 Type of resource Film cards Topics Immigration Titles Rassegne filmografiche

di Michael Winterbottom

(Gran Bretagna, 2002)

SINOSSI

Jamal, un orfano afgano sedicenne, e il suo amico Enayat, tramite alcuni improvvisati agenti di viaggio, tentano il trasferimento a Londra dal campo profughi nei pressi di Peshawar, Pakistan, dove sono rifugiati. Dopo il fallimento del primo tentativo, i due ripartono e attraversano in rischiosa successione Iran e Turchia, da cui si imbarcano per raggiungere l’Italia.

Rinchiusi all’interno di uno spazio angusto, Enayat muore durante il tragitto e Jamal è costretto al furto per raggranellare i soldi necessari per il treno che gli permetterà di arrivare a Sangatte, paese francese sul canale della Manica. Giunto avventurosamente a Londra, Jamal si vedrà negato il diritto d’asilo e sarà costretto a lasciare l’Inghilterra prima del compimento del diciottesimo anno.

Analisi

Cose di questo mondo ruota tutto attorno ai due concetti annichilenti di frustrazione e inutilità: il viaggio del piccolo Jamal, infatti, nonostante le difficoltà patite durante il tragitto, il percorso irto di pericoli, di episodi luttuosi e caratterizzato dallo sfruttamento di autentici trafficanti di esseri umani senza scrupoli, è destinato a terminare infelicemente con l’allontanamento del ragazzo protagonista dalla meta tanto faticosamente raggiunta. La richiesta di diritto d’asilo di Jamal non è accolta dalle autorità britanniche, le quali prevedono l’espulsione del ragazzo un giorno prima del compimento del suo diciottesimo compleanno, risolvendo di fatto un’odissea in un inutile esercizio di infruttuosa speranza. Jamal, che è un orfano che lavora in una fabbrica di mattoni guadagnando una cifra irrisoria, diventa una sorta di paradigma umano sull’illusione, sul coraggio e sulla speranza, coltivati incessantemente per non lasciarsi morire poco a poco nella condizione di profughi. Inghilterra, Danimarca, Germania, Italia sono il sogno da raggiungere obbligatoriamente per garantirsi un’esistenza degna di essere vissuta, mentre Pakistan, Iran, Turchia e il mar Adriatico rappresentano le soglie successive da attraversare per garantirsi la possibilità che tale sogno si avveri. Ma ostacoli ed aiutanti confondono i loro ruoli: polizia di confine, ispettori anti-immigrazione, contrabbandieri d’uomini che mirano esclusivamente al denaro e mai alla persona sono le due facce di una stessa medaglia fatta di egoismo, sfruttamento e abuso all’interno di un mondo che pare aver smarrito la retta via. Alla fine rimangono piccole cose (il bambino curdo che compra a Jamal e a Enayat le scarpe e poi li accompagna al valico montano per farli accedere in Turchia), parvenze di umanità che non hanno la possibilità di mutare un’esistenza (la partita di calcio che Jamal gioca con gente diversa in ogni luogo in cui si trovi a passare), ma che rendono evidente come il mondo non sia da condannare in blocco e che, in fondo, una speranza di riscatto è ancora possibile.  

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