Sopravvivere con un welfare inefficiente
Daniela Del Boca e Alessandro Rosina
Bologna, Il mulino, 2009
Il volume affronta la questione della famiglia in Italia analizzandola secondo tre chiavi di lettura, tra loro connesse e interdipendenti: i giovani, ovvero il tema del rapporto tra nuove e vecchie generazioni; il genere, ovvero il ruolo sociale e familiare della donna; la geografia, ossia l’eterna divisione fisica e culturale tra Nord e Sud del nostro Paese.
Rispetto a queste dimensioni, come ormai risaputo e confermato da numerosi studi, l’Italia presenta dei gap sempre più difficilmente colmabili, soprattutto in rapporto con altri Stati europei. Gli autori chiamano in causa le responsabilità politiche rispetto alla tutela della famiglia che è vista quale centro catalizzatore dei problemi generatisi nella società contemporanea e allo stesso tempo risorsa base per la ripresa demografica ed economica.
A differenza di altre pubblicazioni che si soffermano maggiormente sulle cause sociologiche, culturali e psicologiche della peculiare situazione italiana – che vede i giovani entrare in ritardo nel mercato del lavoro, lenti nel costituire un rapporto di coppia e poi nel generare figli, la popolazione anziana sempre più numerosa, e le donne ai margini della vita professionale, impegnate nel lavoro di cura parentale – questo libro offre una panoramica di come lo Stato stia (o non stia) facendo fronte all’attuale crisi familiare e sociale.
Una finestra insolita viene aperta, inoltre, sul Meridione che in pochi decenni ha visto i propri trend demografici capovolgersi bruscamente, mentre permane un blocco endemico dello sviluppo culturale ed economico. In tale prospettiva, le regioni meridionali appaiono maggiormente colpite dalle problematiche generazionali, lavorative e familiari presenti in tutto il Paese.
Al fine di ridurrre gli squilbri che inibiscono alle forze cruciali del rinnovamento di realizzarsi in tutte le loro potenzialità, le politiche familiari dovrebbero quindi concentrarsi su tutti gli assi sopra descritti, assi che convergono verso la famiglia.
Ecco alcune delle tendenze negative che andrebbero riviste per rilanciare società ed economia italiane.
La spesa sociale sbilanciata verso le generazioni più anziane, combinata con leggi che sostengono la flessibilità lavorativa (a senso unico), senza adeguati ammortizzatori sociali, crea sempre più insicurezza nei giovani e rischia di creare i cosiddetti “working poors”, laddove manchi o non regga più la rete solidaristica della famiglia d’origine.
Scarseggiano inoltre politiche per la casa, soprattutto per gli affitti, a fronte di un mercato immobiliare impenetrabile.
Politiche lavorative che sostengono il lavoro straordinario (di maschi lavoratori), invece di favorire nuova occupazione, insieme a tagli del tempo pieno a scuola, sono esempi di interventi che non promuovono l’occupazione femminile e la conciliazione tra lavoro per il mercato e lavoro per la famiglia.
Servizi per la prima infanzia maggiormente diversificati e di qualità, accanto a possibilità di impieghi flessibili (per la/il lavoratrice/tore) sarebbero secondo gli autori elementi fondamentali nella strategia di aumento della partecipazione delle donne al lavoro fuori casa e di crescita della fecondità.
In generale, dovrebbe essere incentivato l’utilizzo di servizi alle famiglie, superando i timori culturali di affidare a estranei la cura dei figli o di altri familiari.
Una certa attenzione andrebbe data anche alla suddivisione tra i due genitori dei congedi parentali, oggi troppo costosi e limitati nel tempo.
In sintesi, è tutto il sistema del welfare italiano che andrebbe rivisto, integrandolo dell’esperienza di altre nazioni e adattandolo comunque alle peculiarità dell’Italia: un’opinione che non appartiene solo agli autori di questo volume, ma che trova d’accordo ormai sempre più ricercatori e studiosi di diverse discipline che si interrogano sul futuro dei cittadini italiani.