Il volume raccoglie la sperimentazione di attività teatrali svolte in 10 nidi del Comune di Novara tra il 1998 e il 2002, anno nel quale l’attività inizialmente condotta dall’autore in veste di esperto è stata gestita direttamente dalle educatrici formate durante il percorso sperimentale.
È innanzitutto importante chiedersi quanto sia possibile utilizzare lo strumento della rappresentazione teatrale con bambini così piccoli, da 18 a 36 mesi, quanto questi siano in grado di partecipare alle attività svolte e quanto serva loro. Molti dubbi sono stati sollevati anche dagli educatori i quali si dovevano proporre in qualità di attori per sostenere le attività che si andavano facendo. Ma l’educatore svolge normalmente una funzione di regia nelle attività educative e, nel caso della recitazione, la competenza educativa si esprime nel dare equilibrio alle emozioni dei bambini che partecipano e a condurre le relazioni in un clima accettabile. Inoltre, la recitazione può essere un esercizio importante per comprendere meglio le intenzioni comunicative, le espressioni e i sentimenti dei bambini del nido, facilitando la comunicazione tra adulto e bambino e affinando nell’adulto le capacità di comprendere il linguaggio proprio dei bambini piccoli.
L’esperienza teatrale non è così distante dai bambini, i quali spesso usano rappresentazioni mimiche per raccontare e per spiegarsi, allora può essere l’occasione per dare significati nuovi agli oggetti e alle relazioni, per esercitare questa capacità di dare sensi nuovi alle cose, animare oggetti inanimati, per esprimere sentimenti, desideri, relazioni. Il teatro può essere occasione speciale per bambini che hanno difficoltà a comunicare e devono reinventare modi e contesti di significato accessibili agli altri. Per questo motivo inizialmente questa attività è stata pensata per i bambini disabili ed è divenuta solo in seguito occasione per favorire l’espressività di tutti i bambini. L’utilizzo del corpo come strumento di comunicazione è una cosa che permette a tutti i bambini di partecipare e che mette gli adulti su un piano vicino a quello dei bambini, non essendo più la parola il mezzo esclusivo di comunicazione. Il “far finta di” è inoltre l’occasione per dare spazio a stati d’animo che altrimenti non avrebbe spazio per essere espressi. Allora la sfida è partire dalla capacità spontanea del bambino di rappresentare ed essere capaci di metterlo nella condizione di sviluppare questa naturale disposizione.
Sul piano pratico si possono seguire tre vie tutte valide: raccontare e rappresentare la storia ai bambini, oppure coinvolgerli nella narrazione, o lasciare che siano loro a narrare seguiti dall’osservazione e l’intervento attento dell’adulto. Si può costruire con i bambini uno schema narrativo, con tappe non eccessivamente rigide e parti che possono essere modificate dai bambini. È la regia dell’adulto che avrà il compito di seguire la traccia e di creare gli spazi per l’espressività dei bambini. Anche se la rappresentazione ha come obiettivi fondamentali lo sviluppo e il coinvolgimento di tutti nella rappresentazione, questo non significa che venga meno lo spettacolo e la gradevolezza per chi guarda (adulti, altri bambini, genitori) che può essere a sua volta coinvolto nella rappresentazione. La capacità delle educatrici di condurre l’esperienza è ovviamente fondamentale, ma necessita della sensibilità di cogliere i segnali e i suggerimenti che i bambini danno rispetto a quanto sta accadendo e ciò di cui hanno bisogno. Si può dire, così, che la reciprocità tra adulto e bambino è l’elemento fondamentale della costruzione della scena. La sensibilità dell’adulto nel leggere i gesti dei bambini, ogni loro espressione o le frasi dette diventano elementi importanti per capire e cogliere gli spunti giusti per rendere aderente alla sensibilità dei bambini ciò che sta accadendo.
Nella seconda parte del libro sono illustrati dettagliatamente tre percorsi teatrali realizzati con il metodo descritto.
Marco Bricco, Fare teatro al nido. Idee e percorsi operativi da giocare con i bambini, Milano, F. Angeli, c2007.