Guida per riconoscere i tuoi santi

14/07/2010 Tipo di risorsa Schede film Temi Disagio minorile Titoli Rassegne filmografiche

di Dito Montiel

(USA, 2007)

Sinossi

Una telefonata dell’anziana madre avverte Dito che il padre ha avuto un forte attacco di cuore e che è a rischio della vita. Il viaggio dalla California verso il quartiere Queens di New York, abbandonato più di vent’anni prima dal protagonista per salvarsi dall’emarginazione del ghetto e diventare scrittore, diventa l’occasione per ricordare l’adolescenza. La torrida estate che precede la partenza verso ovest è fatta di giorni tutti uguali in compagnia degli amici di quartiere: Antonio, bullo fragile e impulsivo, vittima delle violenze del padre; Giuseppe, fratello minore di Antonio, costantemente alla ricerca di conferme; Nerf, ragazzo sbandato trascurato dalla madre; Mike, il compagno di classe di origine irlandese, che gli fa scoprire il mondo al di là del quartiere; Laurie, la fidanzata sensuale e insicura. Dito è oppresso dalla presenza del padre, una sorta di guru per tutti i suoi amici, con il quale non riesce a costruire un rapporto adulto. Intanto la violenza, presenza costante nella vita del quartiere, conosce un crescendo inarrestabile: Dito viene picchiato da alcuni ragazzi di un quartiere vicino e Antonio si incarica di vendicarlo cercando di identificare i nemici, mentre Giuseppe muore stupidamente, schiacciato dalla metropolitana mentre tenta di recuperare una pallina lanciata dal fratello tra le rotaie. Il sogno di Mike di fuggire in California diventa per Dito l’unica via di scampo. I due trovano un lavoro come dog-sitter presso un conoscente di Mike e riescono a racimolare i soldi per la corriera. Tutto però precipita tragicamente quando Antonio uccide con una mazza da base-ball uno dei ragazzi che avevano picchiato Dito e viene arrestato; nel tentativo di vendicare l’amico ucciso, i ragazzi dell’altro quartiere sparano a Mike che muore al posto del protagonista. Dito, fallito l’estremo tentativo di trovare nel padre un valido sostegno, decide di partire da solo verso la California.

Introduzione al Film

Autoritratto con la macchina da presa

Guida per riconoscere i tuoi santi è tratto dal romanzo autobiografico di Dito Montiel, che appare dunque nel doppio ruolo di regista e di sceneggiatore. Dal punto di vista registico si tratta di un esordio fortemente voluto da Robert Downey Jr. che, appassionatosi al libro e all’idea di ricavarne un film, ha messo in contatto Montiel con la produttrice Trudie Styler e coinvolto anche il cantante Sting, oltre a decidere di interpretare il ruolo del protagonista adulto. La doppia natura di “io” narrante e di protagonista del lungo flash-back che compone il film è evidente nella prima parte in cui la struttura diventa marcatamente meta-narrativa: dopo l’incipit con il messaggio della madre lasciato nella segreteria telefonica, Montiel-Downey Jr. inizia stentatamente a raccontare la storia della sua adolescenza in occasione di un reading del suo romanzo. La voce narrante, espediente banale e artificioso, lascia ben presto la parola alle immagini in tutta la loro efficacia. Il meccanismo composito e complesso delle sequenze iniziali si trasforma così in un racconto fiume dell’estate nella quale la vita del protagonista è cambiata. Il ritmo del lungo flash-back scorre fluido con pochissime interruzioni dovute all’alternanza tra presente e passato; il racconto del ritorno del protagonista nel Queens dopo vent’anni di assenza, l’incontro con il padre, la madre e gli amici d’infanzia, è concentrato così quasi esclusivamente nella seconda parte del film. I due momenti storici sono sottolineati da scelte registiche che tendono ad una netta distinzione: il flash-back è accompagnato da musica di repertorio, la fotografia restituisce colori più vivaci, meno realistici, il montaggio è intenso e sobbalzante nel tentativo di rendere visivamente tutta l’imprecisione del ricordo; nelle immagini del “presente” la colonna sonora diventa meno ingombrante, la fotografia più dimessa e il montaggio si attiene ad una fluidità molto vicina all’ordine cronologico degli eventi. Il film come punto di vista estremamente personale e soggettivo deve gran parte della sua forza narrativa alla recitazione degli attori; i personaggi, che sulla carta rimangono persone qualunque dalla vita anonima, prendono vita grazie all’umanità degli interpreti. Così se Chazz Palminteri e Dianne Wiest mettono tutta la loro esperienza di attori consumati per rendere al meglio la complessa situazione famigliare del protagonista, tutti gli interpreti dei personaggi nella fase adolescenziale, tra i quali non spiccano nomi celebri, riescono a rendere con straordinaria spontaneità e immediatezza la composita coralità dei ragazzi del quartiere.

Il ruolo del minore e la sua rappresentazione

In fuga dal ghetto Dito, il protagonista di Guida per riconoscere i tuoi santi, è un adolescente che vive in un quartiere povero di New York. La sua è la quotidianità dei tanti ragazzi emarginati delle periferie. Da un lato la scuola tenta di proporsi come alternativa, come mezzo per potersi affrancare da una situazione sociale opprimente, dall’altro la famiglia e la frequentazione dei ragazzi di quartiere costituiscono un fardello che impedisce continuamente di aspirare ad una vita diversa e migliore. Il suo rapporto con i genitori è molto conflittuale: il padre, soprannominato Monty, è incapace di dimostrare il suo affetto in maniera adulta e invece di tentare un approccio educativo efficace si è ritagliato un ruolo autoritario molto apprezzato dagli amici di Dito che ne vivono solo gli aspetti di facciata, ma rifiutato da quest’ultimo perché frustrante e insoddisfacente; la madre, ben più capace di svolgere il suo ruolo, è succube del padre e non può quindi essere di alcun aiuto. In mancanza di modelli di riferimento tra le mura domestiche, Dito cerca punti di riferimento all’esterno, ma il vuoto in questo senso è totale. È in questo vuoto che si muovono instancabilmente tutti i ragazzi rappresentati nel film. Antonio, di qualche anno più vecchio di Dito, vive una situazione ancora meno rosea: costretto a subire costantemente la violenza del padre e a portarne i segni in faccia, ha idealizzato la figura di Monty come un padre ideale e si sente quindi investito della responsabilità di fratello maggiore nei confronti del protagonista. In maniera assolutamente arbitraria è quindi Antonio che decide di occuparsi di vendicare Dito, e lo fa con la sua apparente sicurezza che nasconde una profonda fragilità. Nel momento in cui colpisce e uccide il bullo di un altro quartiere tutto il suo mondo, già in equilibrio estremamente precario, crolla lasciandolo solo e disarmato di fronte al destino di recluso. Giuseppe, fratello minore di Antonio, non porta i segni fisici della violenza famigliare ma in lui sono evidenti le ferite psicologiche dovute all’abbandono. Egli vive la predilezione per Dito con grande frustrazione ed è alla continua ricerca dell’attenzione di quel fratello cui vorrebbe tanto somigliare. Se Antonio è temuto e rispettato, Giuseppe è però costantemente ignorato e preso in giro tanto da assumere atteggiamenti sempre più estremi; nel momento della morte, così tragica nella sua stupidità, Giuseppe compie un ultimo atto dimostrativo alla ricerca di una dichiarazione d’amore che Antonio, cinicamente, gli nega. Mike, il compagno di classe di Dito, in un panorama sociale così desolante, rappresenta l’alternativa, una via di fuga. Il racconto dei luoghi visitati e le gite in metropolitana verso la grande città permettono a Dito di intravedere una possibilità di cambiamento. Paradossalmente è proprio con la morte dell’amico che il protagonista trova finalmente la forza di compiere il grande salto, quasi si trattasse di rendere onore alla sua memoria, di realizzare le sue ultime volontà. Laurie, infine, come le altre figure femminili che il film racconta, è il simbolo di un’ingenuità troppo presto cancellata dalla malizia. L’ansia di essere accettata e apprezzata si estrinseca in un atteggiamento eccessivamente sensuale e provocante che trova, negli ormoni in fermento dei personaggi maschili, terreno fertile. La catastrofe inarrestabile e inevitabile di queste vite, pur nella sua enormità, rimane relegata alla totale marginalità: tutto presto rientra nei confini della normalità, e la vita continua come se nessuna vita si fosse spezzata.

Riferimenti ad altre pellicole e spunti didattici

Per i temi trattati ed il linguaggio utilizzato la visione di Guida per riconoscere i tuoi santi è destinata esclusivamente agli studenti delle scuole medie superiori. Il film si presta ad un approfondimento sui temi dell’emarginazione, dell’adolescenza nelle periferie, del bullismo e dei meccanismi alla base della violenza giovanile. Per un maggior approfondimento si consiglia anche la visione di Nemmeno il destino (Gaglianone, 2004) e Animali che attraversano la strada (Sandri, 2001) sui problemi degli adolescenti della periferia di una grande città italiana, City of god (Meirelles, Lund, 2002) sulla vita di strada delle baraccopoli brasiliane, 8 Mile (Hanson, 2002) sulla possibilità di fuga dal ghetto rappresentata dalla musica e infine I quattrocento colpi (Truffaut, 1959) che, partendo da spunti autobiografici, racconta la via dell’arte come riscatto da un’adolescenza travagliata. Ludovico Bonora

E' possibile ricercare i film attraverso il Catalogo unico del Centro nazionale, digitando il titolo del film nel campo di ricerca. Le schede catalografiche, oltre alla presentazione critica collegata con link multimediale, contengono il cast&credits e una sinossi. Tutti i film in catalogo possono essere richiesti in prestito alla Biblioteca Innocenti Library - Alfredo Carlo Moro (nel rispetto della normativa vigente).