di Wes Anderson
(USA, 2001)
Sinossi
I Tenenbaum sono una famiglia di eccentrici personaggi. Il padre Royal, una volta avvocato di successo ora radiato dall’albo, dopo dieci anni di matrimonio e tre figli, decide di lasciare la consorte Etheline e di vivere per conto suo. I tre figli, durante il periodo della prima adolescenza, erano considerati dei geni: Chas nel campo della finanza, Margot (che è figlia adottiva, aspetto che Royal non manca mai di sottolineare) come drammaturga, Richie campione di tennis già tredici anni. Ora però le cose sono cambiate e i tre eredi della dinastia versano in difficili crisi esistenziali: Chas, rimasto vedovo a causa di un incidente aereo al quale è sopravvissuto, è preda di accessi paranoici riguardo l’incolumità sua e dei figli Ari e Uzi; Margot non scrive più una pièce da sette anni, si è sposata con il neurologo Raleigh St. Clair e vive uno stato di profonda prostrazione che sfoga chiusa in bagno per ore intere; Richie, da sempre innamorato di Margot, geloso per il suo matrimonio con St. Clair, ha abbandonato il tennis con un’ultima vergognosa partita e vaga per il mondo in nave da un anno. Royal, grazie al fedele servitore Pagoda, è venuto a conoscenza della proposta di matrimonio che Henry Sherman, il commercialista di Etheline, ha fatto a quella che rimane legalmente sua moglie e finge di essere malato terminale per sfruttare la compassione della famiglia, riunitasi sotto lo stesso tetto dopo anni di distacco. Royal, che intanto è stato sfrattato dall’albergo in cui risiede per insolvenza, vorrebbe riconquistare l’affetto dei familiari, ma questi, stanchi dell’atteggiamento tutt’altro che irreprensibile del padre, si mostrano perplessi quando non addirittura ostili, come nel caso di Chas. Ma Henry scopre la messinscena di Royal e la famiglia lo mette nuovamente alla porta. Intanto Raleigh St. Clair, sospettoso sul conto di Margot, scopre dopo un’indagine di un’agenzia investigativa il passato oscuro della moglie ed anche il costante tradimento di questa con Eli Cash, amico di Richie, da sempre vicino di casa dei Tenenbaum, quasi fosse un membro aggiunto della famiglia. A seguito della notizia, Richie tenta il suicidio ma viene salvato. Tornato a casa dichiara il suo amore a Margot, la quale, pur riamandolo, rimane un po’ confusa. Intanto Royal intende ovviare a tutte le malefatte operate negli anni precedenti e concede il divorzio ad Ethel in modo che la donna possa sposarsi con Henry. Il giorno del matrimonio, Royal riesce a riguadagnare l’affetto di Chas salvando la vita ad Ari e Uzi, scampati solo per poco dall’essere investiti dall’auto impazzita di Eli Cash, uscito completamente di senno.
Presentazione Critica
L’eccentricità familiare
L’idea per realizzare il film è venuta a Wes Anderson, considerato da molti critici uno dei cineasti più interessante dell’ultima generazione di registi americani, documentandosi su alcune famiglie che al loro interno potevano annoverare elementi considerati indiscutibilmente dei geni. La curiosità per questo particolare aspetto della famiglia americana, analizzato non con intenti sociologici, bensì, in modo più affine al suo stile, concentrandosi sugli aspetti maggiormente grotteschi e singolari di tale condizione, ha fatto sì che Anderson riuscisse a realizzare uno dei lavori più visionari e lunari degli ultimi anni, infarcendo il suo racconto di alcuni accenni cinici che provocano risate amare, che scaturiscono quasi per reazione nei confronti di una situazione che progredisce con un calcolato distacco, quasi con un’impudenza in grado di creare un effetto di alienazione nei confronti della materia trattata. Si osserva la grandezza mostruosa di questi personaggi e si avverte decisa la palese diversità rispetto alla considerazione canonica che si possiede dell’essere umano: i Tenenbaum sono completamente diversi da chiunque e la loro eccentricità non indigna, l’atarassia di qualcuno o la scelleratezza di qualcun altro non sconvolge, ma diverte perché spiazza qualunque attesa. I Tenenbaum abbandonano il loro status di persona per incarnare pirandellianamente la forma di personaggio (e non a caso ogni sequenza, ogni nuova situazione del film inizia con la pagina di un libro con l’intestazione di un nuovo capitolo che narra quella che potrebbe essere una vera e propria saga familiare insaporita da tonalità pressoché paradossali).
Il ruolo del minore e la sua rappresentazione
L’aspetto paradossale dell’infanzia
L’infanzia ne I Tenenbaum è aspetto fondamentale sul piano del significato complessivo dell’opera: essa si lega al presente narrativo (le parti relative alla minore età dei tre eredi Tenenbaum sono sempre proposte attraverso flashback originati dalla voce narrante, che nella versione originale è di Alec Baldwin) come condizione essenziale al mutamento di aspirazioni, prorompere di traumi e emersione di profondi rancori nell’attualità familiare. Chas, Margot e Richie avevano già raggiunto l’acme della loro esistenza in tenera età, ognuno di loro rappresentava una sorta di caso nel rispettivo campo di competenza al punto tale che la madre riesce anche a pubblicare un libro su di loro. Chas, un piccolo ed inquietante genio dell’alta finanza, in grado di spaziare anche in ambiti non proprio vicini all’economia (ha creato una nuova specie di topo dalmata – pare uno dei cagnolini de La carica dei 101 in formato ridotto - che rivende ai pet shop di Little Tokyo), Margot una introversa scrittrice di drammi teatrali, Richie un fenomeno nel gioco del tennis. Ma anche i geni hanno bisogno dei loro riscontri e i tre piccoli Tenenbaum non li possiedono. Ciò che manca a Chas, Margot e Richie è il concetto di affetto: Royal Tenenbaum, che forse per eccesso di eccentricità abbandona la famiglia lasciando i figli con la sola madre Etheline, rende fondato il sospetto che al patriarca non importi più di tanto della propria prole. Royal, infatti, è un autentico fuoriclasse del cinismo più esasperato e gratuito: durante un pericoloso gioco che vede contrapposte due squadre che si contrastano con fucili ad aria compressa caricati a pallini, Royal spara proditoriamente al figlio Chas (infischiandosene del fatto che sia suo compagno di squadra). Dopo questa apparente bravata, un pallino rimarrà conficcato nella mano del figlio negli anni a venire. All’età di quattordici anni Chas si vede sottratti impropriamente tutti i suoi risparmi dal padre, il quale, per questo motivo, sarà radiato dall’albo degli avvocati. Nei confronti di Margot, Royal invece non perde occasione, anche in presenza di un folto pubblico, per sottolineare come la bambina sia in realtà figlia adottiva, mentre verso Richie nutre un attaccamento che pare precluso agli altri due bambini. Un attaccamento più da fratello maggiore o da amico intimo (vanno insieme a scommettere nonostante il figlio sia appena un adolescente), ma sufficiente per emarginare sia Chas che Margot. Con queste premesse (che il film infatti pone a prologo della storia) non stupisce la condizione alienata in cui versano i tre Tenenbaum in età adulta. Tale condizione si trasmette anche nella nuova progenie: Ari e Uzi, i figli di Chas, sono costretti a svegliarsi nel cuore della notte per effettuare le prove di evacuazione antincendio e soddisfare così l’ossessione paterna verso loro incolumità, deflagrata violentemente dopo l’incidente aereo in cui ha perso la vita la madre. Ma le conseguenza di un infanzia infelice sono riscontrabili anche nell’atteggiamento presente di Eli Cash, l’amico tossicodipendente di Richie, vicino di casa dei Tenenbaum, frustrato fin dall’infanzia per la sua morbosa volontà di far parte dell’eccentrica famiglia. Eli, che è cresciuto in compagnia di una vecchia ed indifferente zia, vedeva nei Tenenbaum la famiglia che non aveva mai avuto, al punto da arrivare a spedire ad Etheline informazioni sui i voti che otteneva al college. Bisogno di affetto, di riscontri e di incoraggiamento: l’originalità dei Tenenbaum si origina soprattutto da queste insopprimibili mancanze. Giampiero Frasca