di Robert Benton
(USA, 1979)
Sinossi
Ted Kramer è un giovane pubblicitario di successo: vive agiatamente a New York ed è sposato con un figlio. Quando sua moglie Joanna, valige alla mano, gli annuncia che sta andando via lasciandogli la custodia del piccolo Billy, Ted cade dalle nuvole. Si ritrova così, improvvisamente, a lavorare al progetto più importante della sua carriera e al tempo stesso a dover far fronte a tutte le esigenze del figlio. L’uomo non si perde d’animo e, in capo a qualche mese, riesce a recuperare quel rapporto con il bambino che – per sua stessa ammissione – non era mai riuscito a costruire. Dopo quasi due anni di assenza, Joanna – che nel frattempo s’è realizzata professionalmente ed è maturata emotivamente – si rifà viva, pretendendo per sé il piccolo Billy. Ted rifiuta e il giudizio passa al tribunale. Qui la donna si rende conto a quali sacrifici si sia dovuto sottoporre il marito e quanto sia cambiato il suo atteggiamento nei confronti di Billy. Malgrado la sentenza volga a favore di Joanna, quest’ultima rinuncerà a tenere per sé il bambino.
Introduzione al Film
Enorme successo di pubblico dei primi anni Ottanta, vincitore di ben cinque premi Oscar, Kramer contro Kramer è uno tra i film-simbolo del cosiddetto ‘riflusso’, un periodo durante il quale si assisté al ripiegamento sui valori familiari di una generazione (quella degli allora quarantenni), passata dall’impegno politico e sociale degli anni Sessanta alla ricerca accanita del successo della fine dei Settanta. La vicenda che vede coinvolti Ted, Joanna e Billy ripercorre puntualmente un’ampia gamma di problemi che molte famiglie statunitensi dell’epoca dovettero fronteggiare per adeguarsi ai profondi cambiamenti cui le strutture della società venivano sottoposte in quel periodo. Anzitutto una ridefinizione radicale dei ruoli all’interno del nucleo familiare, con una serie di esigenze e possibilità nuove per le donne e l’impossibilità da parte degli uomini a sottrarsi ai propri doveri: da un lato la conquista dell’autonomia economica che offusca il ruolo della madre e soprattutto uno stereotipo di moglie fedele e disposta a sopportare tutto in virtù di una pace domestica magari solo apparente, dall’altro la scoperta da parte dei padri di un rapporto più autentico con i figli e la rinuncia a un ruolo esclusivamente repressivo a favore di una gamma di sentimenti più vasta. Rimasto solo con Billy, Ted passa dalla sua vita frenetica di rampante professionista della pubblicità a quella ancor più convulsa di padre a tempo pieno che deve imparare a dosare le energie e a dividersi equamente – ciò che fino ad allora non è stato in grado di fare – tra famiglia e lavoro. Scoprirà quanto è difficile assolvere contemporaneamente ai ruoli di entrambi i genitori, riuscire a comunicare al figlio la sicurezza che solo un padre sa dare, e al tempo stesso l’affetto che soltanto una madre può trasmettere: in una delle sequenze più toccanti del film si ritroverà a dover castigare il piccolo Billy e, poco dopo, a consolarlo per la punizione inflitta. Ted dovrà sacrificare parte delle sue ambizioni all’affetto per suo figlio e, in un sistema come quello americano, che non contempla la possibilità di una carriera fatta di alti e bassi, la sua decisione di accettare un impiego con una retribuzione inferiore a quella del precedente lavoro (dal quale è stato licenziato proprio perché troppo impegnato ad accudire Billy) sarà, paradossalmente, uno dei motivi alla base della decisione del tribunale di affidare il figlio a Joanna. La vicenda dei Kramer è esemplare in quanto non ci presenta una situazione socialmente degradata ma di integrazione apparentemente perfetta: lo sfondo newyorkese, poi, serve a mettere ancor meglio in evidenza le contraddizioni di una realtà urbana all’interno della quale gli individui sono esposti, più che in altre, a ritrovarsi soli con i propri problemi (significativo è il legame di complice tenerezza che si instaura tra Ted e Margaret, anch’essa separata e con figli a carico). Ma Kramer contro Kramer non è solo la storia di due genitori che cercano di ridisegnare i propri rispettivi ruoli all’interno del nucleo familiare, è anche la storia di un bambino che, come tanti, si trova suo malgrado a dover subire le scelte degli adulti. Anche se il suo rapporto con il padre assume ben presto i contorni di un idillio – si colga, ad esempio, la differenza tra la scena in cui padre e figlio si ritrovano a preparare la colazione subito dopo la partenza di Joanna e quella analoga subito prima del ritorno di Billy dalla madre – in tutta la prima parte del film il bambino è la cartina di tornasole che permette di rilevare quanto possa essere destabilizzante per un individuo che si va formando l’assenza di una componente fondamentale della sua vita affettiva: si confronti, a tal proposito, la sequenza in cui Ted chiude in una scatola una foto di Joanna, quasi a volerne cancellare la presenza-assenza nella vita del figlio, con quella in cui ritrova la stessa fotografia in uno dei cassetti della stanza di Billy. Pur privo di quelle caratteristiche ricattatorie proprie di altre opere che, indulgendo a un sentimentalismo di maniera, mettono in mostra la sofferenza dei loro protagonisti grandi e piccoli, Kramer contro Kramer è stato spesso indicato come il modello di un tipo di cinema sentimentale che fa dei buoni sentimenti e del senso comune dello spettatore le chiavi del proprio successo. Il film, invece, risulta molto equilibrato, mai disposto ad indugiare sui toni del patetico, sempre attento e rispettoso verso tutti i personaggi, tanto da far supporre che Robert Benton, già autore della sceneggiatura, ne abbia assunto la regia con il rispetto e la consapevolezza di chi sa che la direzione del film doveva essere affidata in un primo momento ad un regista della sensibilità di François Truffaut. Fabrizio Colamartino