di Francesca Archibugi
(Italia/GB/Francia/India, 2006)
Sinossi
Roma. Pollo e Curry sono i soprannomi di due amici coetanei, entrambi bocciati all’esame di maturità: Pollo è figlio di un antiquario ebreo, timido, impacciato con un rapporto non risolto con il padre; Curry, invece, è più espansivo e allegro, è di origini indiane, con una madre adottiva psicologa. Facendo leva sul (finto) bisogno di Curry di ritornare nel proprio paese natale, i due ragazzi convincono i rispettivi genitori a lasciarli partire per l’India nonostante lo scarso rendimento scolastico. Giunti a Mumbai, i due diciottenni mostrano subito di essere inesperti e semplicioni, facendosi derubare soldi, documenti e telefoni cellulari da un tassista, contraendo un principio di malaria l’uno (Pollo) o facendosi scambiare per un tifoso scalmanato per essere arrestato dalla polizia l’altro (Curry). Separati, i due si ricongiungono grazie all’incontro casuale con Chiara, una dottoressa volontaria che li conduce presso il campo in cui lavora. Tra Pollo e Chiara nasce una reciproca attrazione, mentre Curry inizia ad imparare la lingua dei suoi conterranei e a conoscere gli usi e le tradizioni del suo paese. Chiara è sposata: suo marito Aarto, scozzese, è come lei impegnato in attività umanitarie e la raggiunge al campo dopo qualche settimana, anche se tra i due pare non esservi sintonia. Non a caso una notte Chiara finisce con cedere alle attenzioni di Pollo che si è profondamente innamorato di lei. Aarto se ne accorge e abbandona il campo; Chiara, insieme a Pollo e Curry, se ne allontana a sua volta. Mentre Curry si mette sulle tracce della sua madre naturale, Pollo e Chiara trascorrono un po’ di tempo insieme, ma la ragazza è a disagio a causa della rottura col marito: Pollo, dunque, telefona ad Aarto e gli chiede di raggiungerli. Una volta ricongiunti, Chiara ed Aarto, rasserenati, si allontanano verso il nord Europa. Insieme all’amico, Curry scopre che la sua madre naturale è morta, ma ritrova una sorellina, che riporta con sé a Roma.
Introduzione al Film
Amicizia e maturità
Per la cultura europea, l’India è da sempre un luogo ideale per ambientare storie esotiche e avventurose: è la dimensione in cui l’occidente si confronta con una civiltà che gli è del tutto estranea, che percepisce in tutto e per tutto diversa, e nei cui confronti prova, nello stesso tempo, ammirazione e timore. In Italia, a cavallo tra Ottocento e Novecento ebbero grande successo i romanzi di Emilio Salgari, dei quali i più noti sono appunti ambientati in un’India favolosa; varcando i nostri confini, non si possono dimenticare i romanzi dello scrittore e poeta inglese Rudyard Kipling (Kim, o Il libro della jungla, coevi dei romanzi salgariani). Nella produzione cinematografica degli ultimi venticinque anni, è Passaggio in India (A Passage to India, Gran Bretagna, 1984) di David Lean, il film in cui è stato mostrato, nel modo espressivamente più riuscito, il disagio della civiltà occidentale – inglese, in quel caso – di fronte ad una cultura, rispetto ad essa, totalmente diversa; mentre in anni più recenti il disorientamento dell’occidente nei confronti di culture estranee è stato ben narrato ne Il tè nel deserto (The Sheltering Sky, Gran Bretagna/Italia, 1990) di Bernardo Bertolucci. Francesca Archibugi, da sempre attenta osservatrice del mondo giovanile, come mostrano alcuni tra i suoi film più riusciti (Verso sera [Italia/Francia, 1990], Il grande cocomero [1993] Domani [2001]) nel suo recente Lezioni di volo tenta di eliminare alla radice l’infatuazione esotica e colloca il tema dell’incontro tra culture diverse all’interno di un ragionamento sull’amicizia, l’amore, la ricerca della propria identità. Nel film i due giovani protagonisti non sono mai nominati col loro nome reale: li conosciamo solo attraverso i soprannomi, Pollo e Curry, e tale soluzione, richiamando un celebre piatto della cucina orientale, appunto il “pollo al curry”, simboleggia proprio l’unione tra essi, la loro perfetta intesa: l’uno non può stare senza l’altro. Il loro modo di rapportarsi è caratterizzato da atteggiamenti e rituali tipici dell’adolescenza, come l’atto di sputare, da un’alta terrazza, sui passanti: un espediente per esibire le proprie capacità e creare una micro comunità in cui vigono regole e principi che sono stabiliti solo dai due ragazzi stessi. Entrambi, inoltre, sono stati bocciati all’esame di maturità, tappa molto importante nella vita di un giovane, in quanto momento cruciale in cui l’adolescente si affaccia alla vita adulta: per entrambi, la bocciatura significa continuare ad essere guardati, dal mondo degli adulti, come due annoiati adolescenti, e rimandare, dunque, l’appuntamento con quella maturità che Pollo e Curry, al contrario, sentono di iniziare a possedere. Ma il viaggio in India ribalterà completamente le cose.
Il ruolo del minore e la sua rappresentazione
Alla scoperta di una cultura diversa
Nel momento in cui Pollo e Curry progettano il loro viaggio in India e si interrogano se sia o meno il caso di partire, essi sono due pacifici adolescenti, rampolli di due famiglie benestanti romane. Trascorrono le loro giornate senza mostrare interessi o inclinazioni particolari: proprio questa assenza di passioni è alla base del cattivo rapporto che Pollo vive col padre. Il viaggio in India visto dai ragazzi solo come un’occasione per farsi una vacanza autonoma senza genitori (adottivi e non) e non viene vissuto da Curry, se non inconsciamente, come un’occasione per riscoprire le proprie origini. Ed infatti le prime tappe del loro soggiorno indiano sono prettamente turistiche: alloggiano in alberghi di gran lusso, guardano l’India mediante i più triti luoghi comuni, come il paese dei templi o dei mendicanti. Solo furto del denaro e dei documenti li pone, simbolicamente, al medesimo livello della variegata popolazione che vive freneticamente accanto a loro, e che, all’inizio, un po’ li inquieta. Si tratta della “chiave” che consente loro di mescolarsi con la gente, di attraversare i ghetti labirintici e iniziare a guardare con altri occhi il paese che li ospita. La divaricazione non è solo simbolica ma anche pratica e il loro percorso di conoscenza del sé e dell’altro assume toni e consistenze diverse. Per Pollo, il cammino verso la maturità avviene attraverso l’incontro con l’altro sesso: un innamoramento profondo, in parte ricambiato: Chiara, infatti, è turbata dalle attenzioni del giovane amico. Tale situazione, che culmina con l’atto sessuale – la “prima volta” per Pollo – fa evolvere l’annoiato ragazzo romano in un uomo che, al termine del film, ha preso coscienza dei grandi problemi del mondo: l’indigenza, la fame, l’assenza, in sintesi, del necessario per vivere a cui sono costrette le popolazioni del terzo mondo; Chiara, infatti, trasmette a Pollo il suo atteggiamento cosmopolita, la sua apertura mentale, il suo altruismo e il suo senso del sacrificio. Per Curry, invece, il percorso che lo conduce a maturare si snoda attraverso la conoscenza sempre più capillare e profonda della sua terra d’origine, dei suoi conterranei che percepisce sempre più come fratelli. Curry impara la lingua e solidarizza col coetaneo Apu che, al campo dove Chiara lavora, attende che la giovanissima moglie partorisca, e difende le ragioni di Apu quando questi tenta di far abortire la compagna adolescente. Nata inizialmente come mera curiosità turistica, il viaggio di Curry diviene insomma un’esplorazione nei meandri della sua cultura d’origine che egli, nel finale, fa propria mediante il simbolico suggello rappresentato dalla ricongiunzione con la sorellina.
Riferimento ad altre pellicole e spunti didattici
Riguardo al tema dell’incontro tra culture diverse, Lezioni di volo propone un punto di vista di grande valore: per i due protagonisti, il viaggio in un paese lontano e diametralmente opposto rispetto all’Italia, comporta, appunto, un profondo arricchimento: è una visione positiva che allontana il “piccolo” film della Archibugi dai due kolossal sopracitati (Passaggio in India e Il tè nel deserto), i quali propongono unicamente una visione inquietante della diversità culturale. Lezioni di volo, invece, sostiene il primato della conoscenza come veicolo per risolvere i problemi sia quelli personali che sociali. In questa direzione può essere costruttivo un confronto con un altro film che analizza con grande precisione la situazione dei minori in India: Salaam Bombay (id., India/Francia/Gran Bretagna, 1988) di Mira Nair; un approccio simile, scevro da pregiudizi nei confronti della cultura che si va ad esplorare, caratterizza due importanti produzioni televisive, di non facile reperibilità ma che è doveroso citare: L’India vista da Rossellini (1959) di Roberto Rossellini e Appunti di viaggio per un film in India (1968) di Pier Paolo Pasolini. Costantino Maiani