A partire dall’emanazione della legge 28 agosto 1997 n. 285, Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, molta strada è stata fatta dai servizi integrativi per la prima infanzia, al punto che oggi rappresentano una solida realtà su quasi tutto il territorio nazionale. Il volume di Mangone e Soderini rappresenta da questo punto di vista un lavoro di sistemizzazione e di riordino rispetto ai differenti percorsi che tali servizi innovativi hanno conosciuto da allora a oggi. Il lavoro degli autori è finalizzato a offrirci una panoramica completa dello stato dell’arte, offrendo un quadro molto ampio delle strutture esistenti ma soprattutto distinguendo e individuando per ognuna obiettivi e finalità, con un riferimento esplicito anche ai criteri per l’attribuzione di una certificazione di qualità.
Il primo capitolo del volume prende in considerazione i centri per bambini e famiglie, analizzandone in maniera sistematica presupposti teorici, finalità e punti di forza. In particolare viene sottolineato l’aspetto relativo alla partecipazione delle famiglie proponendo un’analisi comparativa con situazioni analoghe diffuse sul territorio europeo e una riflessione circa le competenze specifiche richieste alle educatrici che vi prestano servizio. Rispetto al nido tradizionale il centro si caratterizza, infatti, per la presenza dei genitori e questo elemento implica che il personale educativo si doti di un bagaglio relazionale che lo metta in condizione di fronteggiare le situazioni con una capacità di mediazione delle singole istanze familiari.
Non è facile chiarire l’identità pedagogica del servizio denominato centro gioco, il quale si caratterizza come servizio in grado di garantire una grande flessibilità di orari e di prestazioni, ma nello stesso tempo troppo spesso viene scambiato dagli utenti in un servizio educativo a tempo pieno di tipo quasi tradizionale. In realtà ciò non è vero e gli autori chiariscono come esso rappresenti appunto un servizio integrativo, che non ha la completezza progettuale e teorica di un nido di tipo tradizionale. I bambini lo frequentano senza i genitori, come avviene al nido, ma l’orario più corto e la mancanza di alcune delle routine più importanti del nido lo rendono un servizio avente finalità e presupposti diversi e non riconducibili a quelli del nido.
L’ultimo capitolo del volume è infine dedicato a un’analisi delle caratteristiche prevalenti dei nidi aziendali e dei nidi domiciliari, analizzati anche questa volta a partire dalle loro peculiarità. Si tratta, di servizi che offrono alternative al nido di tipo tradizionale dal punto di vista dell’organizzazione dello spazio e degli orari di frequenza, ma nello stesso tempo sono anche quelli che gli somigliano di più dal punto di vista delle finalità e dei presupposti, nonché dal punto di vista della professionalità educativa da essi richiesta. Anche nel caso di questi servizi gli autori mettono in evidenza pregi, limiti e criticità, secondo uno schema presente in tutto il volume e che ne costituisce la caratteristica stilistica e argomentativa.
Chiude il volume un’appendice normativa che elenca le principali leggi regionali in materia di servizi educativi di tipo integrativo.
Andrea Mangone A. e Soderini M. L., Nido d’infanzia 3. Guida ai servizi integrativi, Trento, Erickson, 2010