Le ultime prese di posizione di Onu, Consiglio d’Europa, Unione europea e Italia stessa in tema di tratta di esseri umani, prostituzione, pedopornografia e altre forme di sfruttamento sessuale di minori segnano un importante, forse decisivo passo avanti nello sforzo di contrastare e ridurre l’incidenza sociale di quei fenomeni delittuosi e così gravemente incivili. Risalta come quei fenomeni siano ora presi in considerazione nel loro insieme e comunque nei loro reciproci condizionamenti. Spesso l’un d’essi ha origine da un altro e a sua volta tende a risolversi in un altro ancora. Dalla tratta trae facile manovalanza sessuale la delinquenza che opera nel campo della prostituzione, e la prostituzione a sua volta tende a sfociare in un generale assoggettamento della prostituta al suo sfruttatore. Tutto ciò ancor più facilmente avviene quando l’essere umano sfruttato è un minore di età, magari un bambino, e qui altri orrendi tipi di reati si contendono il campo, dal traffico di organi alle violenze sessuali alla pedopornografia all’utilizzo in attività belliche (sempre le più rischiose come le operazioni di sminamento e bonifica dei territori di guerra).
Un’osservazione siffattamente globale meglio consente di cogliere gli elementi di fondo del problema. Si vede allora che la base comune consiste soprattutto nella ricerca spasmodica del sesso senza limiti di rispetto per l’altra persona, sentita come inferiore e quasi legittimamente calpestabile. Ancora una volta troviamo alla base dei problemi più intricati la mancata affermazione del principio di uguaglianza e specialmente la discriminazione delle donne e dei minori di età.
Questa nuova impostazione del problema conduce a intravedere nuove possibilità di contrasto del fenomeno, puntando ora molto sulle esperienze positive di quei paesi che hanno operato anche e soprattutto criminalizzando in vario modo gli utilizzatori finali del sesso a pagamento. Ed è incoraggiante vedere finalmente il fenomeno affrontato non in maniera improvvisata ed estemporanea ma su serie basi di studio e riflessione.
Tessa Onida
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