La sezione contiene una raccolta di alcuni prodotti in evidenza elaborati dagli attori locali durante lo svolgimento del progetto.
Tra loro molto diversi, questi prodotti rappresentano in alcuni casi l'esito di un percorso svolto assieme ai bambini e ragazzi delle classi coinvolte all'interno delle attività laboratoriali, in altri l'esito del lavoro dell'équipe multidisciplinare rivolto principalmente a fornire e diffondere informazioni relative ai servizi sociosanitari.
Questi prodotti ci raccontano di percorsi molto differenti tra loro ma tutti finalizzati a favorire una integrazione e interazione positiva delle comunità RSC con il territorio, sia attraverso il lavoro nella scuola che nei contesti abitativi.
1.Venezia
2.Firenze
3.Napoli Barra
4.Napoli Scampia
1.Venezia
Pubblicazione: Scorci locali...orizzonti allargati (apri pdf)
“Scorci locali…orizzonti” allargati è una pubblicazione che vuole essere simbolicamente il prodotto collettivo del gruppo veneziano del progetto RSC. Nasce per l’esigenza di raccogliere le osservazioni e i punti di vista dei diversi partecipanti al progetti. Non si racconta quello che si è fatto ma quello che si è pensato mentre si realizzava il progetto.
La pubblicazione riporta riflessioni sui seguenti ambiti: il servizio territoriale, la scuola, la classe, la casa, gli incontri insegnanti operatori supporto rielaborativo sul progetto RSC, rilanci e prospettive.
2.Firenze
Pubblicazione: Materiale informativo salute (apri pdf)
Il materiale informativo - elaborato dall’Associazione MEDU (Medici per i Diritti Umani) con il supporto dell’Equipe multidisciplinare, di operatori di servizi che da anni lavorano in due villaggi rom, dell’azienda locale per i servizi ambientali, dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale e del Dipartimento di igiene e sanità pubblica della Azienda sanitaria fiorentina - ha l’obiettivo primario di informare intanto gli operatori che lavorano con persone che vivono in condizione di marginalità spaziale o sociale, come possono essere i campi rom, creando un modello riproducibile su altri territori. L’elaborazione di questo materiale risulta interessante sia sul piano metodologico (come è stato elaborato), sia su quello degli obiettivi che vuole perseguire, che vanno potenzialmente oltre l’aspetto locale in una prospettiva, come si diceva, di riproducibilità. Il materiale può essere considerato anche come una possibile eredità progettuale o più fattivamente come base scientifica di partenza per l'organizzazione di focus group nei contesti di intervento. In particolare i rischi dovuti all’inalazione di fumi da combustione di rifiuti risultano essere alcuni tra i problemi potenzialmente più dannosi per la salute, che riguardano buona parte delle persone che vivono in Italia in condizioni di sotto cittadinanza, come quelle che abitano in campi autorizzati o meno, villaggi, ecc.
3.Napoli Barra
Pubblicazione: Mappa dei servizi (apri pdf)
Si tratta di un opuscolo con una mappa dettagliata dei servizi (sociali, sanitari e scolastici) presenti sul territorio napoletano e a cui possono accedere le persone che vivono presso l’insediamento non autorizzato di Barra. E’ stato elaborato dalla associazione NEA, gestore del progetto e utilizzato dagli operatori per orientare l’accesso ai servizi in particolare di tipo sanitario; ma anche come strumento per facilitare la conoscenza del territorio da parte degli abitanti del campo che vivono una situazione di forte degrado igienico e fanno molta fatica a eccede ai servizi di cura (anche per la mancanza di documenti).
4.Napoli Scampia
Pubblicazione: Abbecedario italiano-romanes (apri pdf)
La descrizione della pubblicazione, in questo caso, la lasciamo alle parole di Vinicio Ongini che ha recensito il libro per la rivista della Giunti "Sesamo" che si occupa di didattica interculturale.
“Scampia è un quartiere di Napoli, nell’estrema periferia Nord della città. Il quartiere con il tasso più alto di disoccupazione in città e forse in Italia è diventato simbolo di degrado e di illegalità anche per l’immagine che ne hanno dato il romanzo di Roberto Saviano, Gomorra, e il film che ne è stato tratto. Strade diritte e deserte, grandi rotonde, e si arriva a una grande costruzione , un alveare di abitazioni che ne rappresenta quasi il logo: Le vele , un mostro urbanistico…
Accanto alla Vele c’è una scuola , il comprensivo Alpi-Levi, la dirigente si chiama Rosalba Rotondo, ha fatto l’insegnante in questa scuola per vent’anni, poi ha vinto il concorso e ha deciso di restare, rimanere lì, nel “famigerato” quartiere: “ Molti colleghi mi hanno detto che ero pazza, altri mi hanno detto che non ne valeva la pena ma non me la sono sentita di lasciare questi ragazzi che conosco e conosco i loro problemi e le famiglie. Dirigo anche la scuola di recupero all’interno del carcere di Secondigliano che è a pochi chilometri….” E rispetto alla visione della scuola la preside dice cose molto precise e condivisibili da chi lavora , dirigente o insegnante , in contesti di grande complessità e fragilità, come sono a volte le scuole multiculturali ad altissima presenza di alunni stranieri: “ Puntiamo molto sull’accoglienza che vuol dire creare un ambiente attraente per i ragazzi sia dal punto di vista didattico che umano e quando capiamo che uno studente, dal linguaggio e dagli atteggiamenti, sta per entrare in crisi cerchiamo di stargli più vicino, coinvolgerlo in attività esterne. Non sempre ce la facciamo…”
In questa scuola non ci sono quasi alunni stranieri ma il tema della diversità culturale e linguistica e dell’intercultura è al centro di un progetto di integrazione dei bambini rom (all’interno di un programma nazionale con altre dodici città, promosso da ministero delle politiche sociali e ministero dell’istruzione). Sono sessanta gli alunni rom, le cui famiglie provengono da Paesi della ex Iugoslavia, e vivono in un campo non autorizzato vicino alla scuola, in condizioni sanitarie molto precarie. Ne parla Anna Di Mattia, insegnante della scuola primaria:” All’inizio le famiglie napoletane non vedevano di buon occhio il gran numero di bambini rom presenti in classe. Nel corso del tempo le cose sono cambiate e i genitori hanno accettato “ questi diversi”. Da un lato ci sono bambini rom che hanno voti buoni e dall’altro bambini napoletani, alcuni con problemi familiari gravi, che non raggiungono la sufficienza. Le famiglie italiane hanno capito che lo scarso rendimento dei figli non è dovuto alla presenza degli alunni rom che frequentano la stessa classe”. L’insegnante descrive le diverse attività, tra queste un laboratorio sul circo, incentrato sul corpo e sul movimento, in un altro laboratorio i Bambini hanno descritto i compagni, le loro qualità, i difetti, le relazioni tra di loro, hanno costruito maschere. Insieme all’associazione del quartiere Chi rom…, e chi no hanno realizzato un abbecedario bilingue illustrato, italiano e romanes, la lingua del gruppo rom. Un piccolo libro con disegni bellissimi ed emozionanti che raccoglie parole, numeri, nenie e conte. Un lessico
familiare raccolto con la collaborazione di mamme, nonne, anche qualche padre!
Come tutti i libri anche questo ha un titolo e indicazioni bibliografiche ufficiali, eccole: Chi rom…. e chi no, a cura di , ABC. Piccolo abbecedario italiano / Romanes, Napoli, giugno 2014, e una raffinata e colta citazione in apertura, dal libro del filosofo Giorgio Agamben, Mezzi senza fine : “… tutti i popoli sono bande e coquilles, tutte le lingue sono gerghi e argot….”
L’immagine che ne esce è quella della dimensione multilingue, della scoperta degli alfabeti, dell'"uguale" bellezza delle lingue, siano esse di maggioranza o di minoranza, delle possibili occasioni di aprire finestrelle sul mondo. Dall’introduzione al piccolo abbecedario leggo questa frase: “parlare di integrazione oggi sembra perdere di senso e ha il sapore stantio di una formula burocratica che arriva dall’alto e molto in ritardo. La relazione semplicemente avviene, attraversa spazi, coinvolge persone, mette in moto azioni, e qualche volta piccole rivoluzioni”.
Una buona indicazione segnaletica per il viaggio nelle scuole multiculturali”.