Studenti di origine straniera, dossier Save the Children

11/09/2025 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
copertina del dossier Chiamami col mio nome

Chiamami col mio nome è il nuovo dossier di Save the Children che analizza sfide e disuguaglianze nei percorsi scolastici di bambine, bambini e adolescenti di origine straniera. Una fotografia delle difficoltà che gli studenti con background migratorio incontrano quotidianamente nelle aule italiane, ma anche delle loro aspirazioni e potenzialità.

Secondo quanto evidenziato dal documento, la scuola rappresenta, per molti di questi ragazzi, un vero e proprio percorso ad ostacoli, segnato da ritardi scolastici, dispersione scolastica e abbandono. Fattori che compromettono il futuro di migliaia di minorenni.

Il dossier rivela che circa uno studente su 8 non ha la cittadinanza italiana, un numero quadruplicato rispetto a 20 anni fa. «Il riconoscimento della cittadinanza italiana agli studenti di seconda generazione – si sottolinea a questo proposito nella presentazione - influisce positivamente sui percorsi scolastici e sulle prospettive occupazionali, contribuendo a ridurre le diseguaglianze e favorendo una maggiore partecipazione alla società, con benefici economici per lo Stato in un decennio stimati fino a 3 milioni di euro ogni 100 nuovi cittadini».

La pubblicazione - realizzata in collaborazione con il Movimento Italiani senza Cittadinanza, la Fondazione Bruno Kessler e Think Tank Tortuga - evidenzia le diverse cause da cui derivano le disuguaglianze che colpiscono gli studenti con background migratorio: oltre alle difficoltà socioeconomiche familiari, pesano l’orientamento scolastico penalizzante e forme di segregazione, come la scelta di alcune famiglie italiane di spostare i figli da scuole con molti studenti stranieri.

Secondo i dati del dossier, in Italia il 41,4% delle famiglie con minorenni e genitori senza cittadinanza vive in povertà assoluta, contro l’8,2% delle famiglie con cittadinanza. Oltre la metà degli studenti quindicenni con background migratorio appartiene al livello socioeconomico più basso, il doppio rispetto ai coetanei italiani. Una condizione che influenza le scelte scolastiche, spingendo molti studenti con background migratorio verso istituti tecnici o professionali per entrare prima nel mondo del lavoro. Tuttavia non è solo la povertà a pesare sulle scelte di questi ragazzi: anche pregiudizi negativi possono allontanarli dai licei.

Il documento mostra, fra l’altro, che tra gli studenti con background migratorio cresce anche il ritardo scolastico (26,4% contro il 7,9% dei coetanei di origine italiana). Tra quelli di prima generazione, più di uno su 6 (17,8%) ha ripetuto l’anno scolastico una volta, cosa che si verifica per poco più di uno su 10 (11,5%) tra gli alunni di seconda generazione e che interessa solo il 4,6% degli italiani. Gli studenti con background migratorio, inoltre, ottengono punteggi più bassi degli studenti di origine italiana alle prove Invalsi di italiano e matematica, ma più alti in inglese.

Chiamami col mio nome riporta anche i risultati di un’analisi realizzata dal Think tank Tortuga per Save the Children da cui emerge che la cittadinanza italiana influisce sulle decisioni prese dagli studenti con background migratorio nei percorsi scolastici: gli studenti di seconda generazione con cittadinanza italiana fanno scelte scolastiche e ottengono risultati più simili ai coetanei italiani rispetto agli altri con background migratorio. «La cittadinanza non elimina del tutto il divario, ma lo riduce quasi della metà in un momento chiave per il futuro lavorativo».

Il dossier contiene anche uno studio qualitativo realizzato dalla Fondazione Bruno Kessler e dal Movimento Italiani senza Cittadinanza che raccoglie esperienze, aspirazioni e difficoltà di ragazze e ragazzi con background migratorio nei percorsi scolastici e sociali, insieme ai punti di vista di insegnanti, educatori e attivisti.

Si può consultare la pubblicazione sul sito di Save the Children.

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