La mancanza di asili nido nelle aree interne, report dell’Osservatorio #Conibambini

03/04/2020 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

È dedicato agli asili nido nelle aree interne il nuovo report realizzato dall’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini, disponibile online sul sito della Fondazione Openpolis.

Dal report emerge che nel nostro Paese viene offerto un posto in asili nido o servizi per la prima infanzia al 24,7% dei residenti di età compresa tra zero e 2 anni. Il dato, distante ancora di 8 punti dall’obiettivo europeo del 33%, varia ampiamente da regione a regione, calando drasticamente nel Mezzogiorno.

Fatta eccezione per la Sardegna, tutte le regioni del Sud hanno una copertura dei servizi per la prima infanzia inferiore alla media italiana (24,7%). Agli ultimi posti Sicilia e Campania, entrambe con meno di 10 posti per 100 residenti di età compresa tra zero e 2 anni.

Al lato opposto della classifica tutte le regioni del Centro e del Nord superano la media italiana, alcune anche ampiamente: è il caso di Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Valle d’Aosta, che offrono il servizio a oltre il 33% dei bambini, superando l’obiettivo Ue.

L’indagine, intitolata La mancanza di asili nido nelle aree interne, soprattutto nel Mezzogiorno, analizza la diffusione degli asili nido anche all’interno del territorio, dalle province ai comuni.

«In una regione con un’alta copertura di asili nido – si legge nel report - potrebbero esserci comuni che ne sono privi o che offrono pochi posti. Aree in cui le famiglie devono percorrere distanze considerevoli ogni giorno prima di raggiungere la struttura più vicina. È fondamentale invece che i servizi educativi siano diffusi in modo omogeneo sul territorio e non solo nelle città maggiori. In modo da agevolarne l’utilizzo da parte dei bambini e delle loro famiglie. Vengono definiti in questo modo i comuni intermedi, periferici e ultraperiferici, che distano rispettivamente più di 20, più di 40 e più di 75 minuti dal polo più vicino. Per comune polo si intende un territorio che offre contemporaneamente servizi fondamentali di istruzione, salute e mobilità. A meno di 20 minuti di distanza da un polo, i comuni vengono considerati di cintura».

Secondo quanto evidenziato dal report, le aree interne hanno maggiori difficoltà in termini di accesso ai servizi, compresi quelli educativi, «e questo – si spiega nel documento - ha conseguenze negative sui minori. Per i bambini che vivono in territori svantaggiati, infatti, è ancora più importante accedere fin da piccoli a occasioni di formazione, di socialità, di riduzione delle disuguaglianze. Opportunità come quelle offerte dai servizi educativi per la prima infanzia, che tuttavia registrano nelle aree interne una copertura limitata».

Osservando sia i dati 2013 che i dati 2017 emerge la stessa tendenza: allontanandosi dai poli la copertura del servizio cala in modo graduale, fino a raggiungere il livello più basso nei comuni periferici e ultraperiferici. Per 100 residenti di età compresa tra zero e 2 anni i poli offrono in media 29,8 posti, mentre i comuni periferici e ultraperiferici 14,9.

L’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini nasce dalla collaborazione fra l’impresa sociale Con i Bambini e la Fondazione Openpolis per promuovere un dibattito sulla condizione dei minorenni in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte. L’obiettivo è aiutare il decisore a mettere in atto politiche a sostegno dei bambini e dei ragazzi che vivono in stato di disagio, attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti a disposizione di tutti coloro che a vario titolo si confrontano sul tema della povertà educativa minorile.