Circa dieci milioni di under 18 rischiano di non fare mai più ritorno a scuola a causa della pandemia di Covid-19 e della crescente povertà minorile; tra i più a rischio ci sono soprattutto le bambine e le ragazze, i minorenni con disabilità, i rifugiati e tutti i bambini che vivono in aree di conflitto. Secondo Save our education now, il nuovo documento diffuso il 12 gennaio scorso da Save the Children, i timori per una generazione perduta nei paesi più poveri del mondo potrebbero essere superati se si investissero 50 miliardi di dollari per garantire il ritorno a scuola in sicurezza a 136 milioni di bambini: riaprire le scuole e far ripartire l’educazione in 59 tra i paesi più poveri costerebbe mediamente circa 300 euro per ogni bambino.
«Dato che molti paesi al mondo non riescono a investire le risorse necessarie per l’educazione, in particolare perché i governi danno la priorità all’assistenza sanitaria per affrontare la seconda ondata del virus – si legge nel sito di Save the Children -, i donatori internazionali devono collaborare con i governi nazionali affinché sia pienamente finanziato un piano per riportare tutti i bambini a scuola in sicurezza».
Il documento evidenzia che già prima della pandemia 258 milioni di bambini, circa uno su sei al mondo, erano tagliati fuori dalla scuola con le ragazze ad affrontare gli ostacoli maggiori. Nove milioni di bambine nell’età della scuola primaria, inoltre, rischiavano di non mettere mai piede a scuola, rispetto a tre milioni di coetanei maschi. «E per le bambine e le ragazze vedersi sbarrate le porte della scuola vuol dire ritrovarsi esposte al rischio di rimanere coinvolte in matrimoni e gravidanze precoci».
Anche i conflitti e i movimenti di massa delle popolazioni hanno un impatto sull’educazione dei bambini. Già prima che si diffondesse la pandemia un minorenne su tre nei paesi colpiti da guerre o disastri naturali era fuori dalla scuola, pari a più di un terzo dei bambini che non avevano accesso all’istruzione; 3,7 milioni di bambini rifugiati non andavano a scuola, oltre la metà di tutti i bambini rifugiati in età scolare nel mondo.
Nel documento Save the Children chiede ai governi e ai donatori di mettere in campo con urgenza cinque misure in grado di garantire il ritorno in sicurezza a scuola a quei bambini che prima del Covid-19 frequentavano regolarmente le lezioni.
In particolare l’organizzazione chiede di: supportare economicamente le famiglie più povere al mondo, in modo che i loro figli possano tornare a scuola e godere di buona salute; predisporre corsi di recupero per gli studenti che rientrano nel sistema di istruzione formale e misure igienico-sanitarie nelle scuole per proteggere dal Covid-19 gli insegnanti, i bambini e le loro famiglie; avviare campagne di informazione nazionali che promuovano il ritorno in classe in sicurezza degli studenti e realizzare corsi di formazione per gli insegnanti per garantire l’adeguata protezione durante la pandemia.