Dall’inizio della pandemia, a causa della chiusura delle scuole, non sono stati somministrati oltre 39 miliardi di pasti scolastici. Il rapporto COVID-19: Missing More Than a Classroom, lanciato il 28 gennaio scorso dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef e dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP), evidenzia che 370 milioni di bambini nel mondo – molti dei quali dipendevano dalla refezione scolastica come fonte fondamentale per la nutrizione giornaliera – hanno perso in media il 40% dei pasti scolastici, da quando le restrizioni causate dal Coronavirus hanno causato la chiusura delle scuole.
Dall’indagine emerge che durante la pandemia c’è stata una riduzione generale del 30% nella copertura di servizi essenziali per la nutrizione che comprendono refezione scolastica, integrazione di micronutrienti, programmi di promozione alimentare nei paesi a basso e medio reddito, programmi per la cura della malnutrizione grave fra i bambini. In diversi paesi, durante i lockdown nazionali, tutti i programmi di refezione scolastica sono stati cancellati.
«Secondo il rapporto – si legge nel sito dell’Unicef -, i dati globali sull’impatto generale della chiusura delle scuole sulla nutrizione dei bambini sono limitati. Studi a livello nazionale, informazioni precedenti sull’impatto delle crisi sulla sicurezza alimentare e la nutrizione e deficit nutrizionali esistenti tra i bambini in età scolare e adolescenti sono causa di forte preoccupazione».
Nella pubblicazione si sottolinea l’importanza della refezione scolastica, che «non è solo vitale per assicurare nutrizione, crescita e sviluppo dei bambini, ma rappresenta anche un forte incentivo per i bambini – in particolare per le ragazze e coloro che provengono dalle comunità più povere e ai margini – a tornare a scuola quando non ci saranno più restrizioni. Più a lungo un bambino rimane fuori dalla scuola, maggiore sarà il rischio di interrompere il percorso scolastico. Le ragazze affrontano anche l’ulteriore rischio di essere costrette a rapporti sessuali forzati come merce di scambio o a matrimoni precoci».
L’Unicef e il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite chiedono urgentemente ai governi di riaprire le scuole e assicurarsi che i bisogni di salute, cibo e nutrizione dei bambini vengano soddisfatti con programmi di refezione scolastica ampi e di alta qualità.