Sono oltre 800 mila gli studenti con background migratorio nel nostro sistema scolastico, pari a più di uno su 10 (10,6%) tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie del nostro Paese. Il nuovo rapporto di Save the Children Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane mette a fuoco i percorsi educativi degli studenti con cittadinanza non italiana, evidenziando l’opportunità per il nostro Paese di riconoscere e valorizzare le diversità in classe e superare gli stereotipi legati al percorso migratorio, con proposte capaci di sostenere una scuola inclusiva e multiculturale.
Secondo quanto emerge dal rapporto, gli investimenti nell’istruzione – che tornano a scendere - oggi si attestano al 4,1% contro una media europea del 4,8%. A questo si aggiunge la carenza di servizi come asili nido, mense e tempo pieno, che restano ancora appannaggio di pochi.
La copertura nelle strutture educative 0-2 anni pubbliche e private nell’anno educativo 2021/2022 è pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti, ancora ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% entro il 2010 e molto lontano dal nuovo obiettivo stabilito a livello europeo del 45% entro il 2030. Gli ultimi dati disponibili, relativi all’anno scolastico 2021/2022, rivelano che ancora solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno (sebbene in crescita rispetto a 5 anni prima) e poco più della metà degli alunni della primaria frequenta la mensa scolastica (54,9%, contro 51% dell’anno scolastico 2017/2018). I dati relativi alla dispersione scolastica in Italia, inoltre, risultano superiori alla media europea, rispettivamente 11,5% contro il 9,6%.
«Molti studenti con background migratorio, nonostante siano nati e cresciuti in Italia - spiega Save the Children nella presentazione del documento -, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola. Questa disparità si manifesta a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, continua con il ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce».
Il rapporto sottolinea come il percorso scolastico dei bambini e dei ragazzi con background migratorio sia reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana: «incontrano infatti maggiori difficoltà, ad esempio, a partecipare a gite scolastiche e scambi culturali all’estero, riservati spesso ai soli cittadini comunitari, o a competizioni sportive, e, successivamente, anche ad accedere all’Università o ai concorsi pubblici».
Per questo Save the Children ha lanciato la petizione Cittadinanza italiana per i bambini nati o cresciuti in Italia. È il momento di riconoscere i loro diritti!, con la quale chiede al Parlamento italiano di riformare la legge sulla cittadinanza e consentire a bambini e adolescenti nati in Italia o arrivati nel nostro Paese da piccoli, figli di genitori regolarmente residenti, di diventare italiani prima del compimento della maggiore età. È possibile firmare la petizione sul sito dell’organizzazione, nella pagina dedicata.
Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.
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