Stop The War On Children. Let Children live in Peace è il nuovo rapporto di Save the Children sui bambini che vivono in zone di guerra. La pubblicazione mostra il numero di gravi violazioni subite dai minorenni nei Paesi in conflitto: uccisioni e mutilazioni, rapimenti, stupri e violenze sessuali, reclutamento e utilizzo in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali e diniego di accesso umanitario. Cifre che nel 2022 hanno raggiunto il livello più alto dal 2005.
Secondo i dati del rapporto, nel 2022 un bambino su sei viveva in una zona di guerra. Il numero di gravi violazioni commesse nei confronti dei più piccoli in contesti di conflitto è aumentato del 13%, raggiungendo una media di 76 al giorno.
«Dal 2005 – si legge nel sito di Save the Children -, le Nazioni Unite hanno segnalato e verificato sei specifiche gravi violazioni contro i bambini in situazioni di conflitto. Queste sono presentate nei rapporti annuali delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati. Vengono monitorati casi ed episodi delle seguenti violazioni: uccisione e mutilazione di bambini, reclutamento e utilizzo di bambini da parte di forze e gruppi armati, rapimento di bambini, stupro e altre forme di violenza sessuale contro i bambini, negazione dell’accesso umanitario ai bambini, attacchi a scuole e ospedali».
Le gravi violazioni contro i bambini registrate nel 2022 sono state 27.638; 8.647 i bambini uccisi o mutilati, in crescita rispetto agli 8.113 del 2021. «Il Paese con il maggior numero di casi di minori uccisi o mutilati, secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stato l’Ucraina con 1.386 bambini colpiti, mentre già nel 2022 nei Territori palestinesi occupati 1.134 bambini sono stati uccisi o hanno subito mutilazioni, in particolare nella Striscia di Gaza, cifra destinata a salire vertiginosamente nel 2023. La seconda grave violazione per numero di casi registrati è stata il reclutamento e l’utilizzo dei minori nei conflitti: 7.610 gli episodi verificati nel 2022, in crescita del 20% rispetto al 2021».
L’area con il maggior numero assoluto di minorenni in contesti di guerra è il continente africano, mentre il Medio Oriente, già prima del conflitto in corso a Gaza, registrava la proporzione più elevata, pari a un bambino su tre. «In generale, secondo l’analisi elaborata sulla base di diversi indicatori, è la Repubblica Democratica del Congo il Paese peggiore in cui potesse vivere un minore nel 2022 a causa della guerra, seguito dal Mali e dal Myanmar».
Insieme al rapporto – disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni” - è stato lanciato un nuovo sito web, https://data.stopwaronchildren.org/, in cui è possibile mappare le violazioni commesse contro i bambini, sia per luogo, che per tipo e data.
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alla tematica Bambini nei conflitti armati, raggiungibile dal menù di navigazione “Temi”.