
L’accesso all’istruzione, fin dai primi anni di vita, gioca un ruolo fondamentale nell’inclusione scolastica e nel successo educativo degli studenti nel percorso futuro, in particolar modo per i bambini stranieri, per i quali l’apprendimento della lingua può essere un ostacolo rilevante. Purtroppo, nel nostro Paese, il tasso di scolarità tra i minorenni stranieri nella fascia d’età 3-5 anni è inferiore rispetto a quello dei coetanei italiani. Secondo dati recenti dell’Osservatorio #Conibambini, infatti, meno dell’80% degli under 18 stranieri frequenta le scuole dell’infanzia, contro il 95% dei minorenni italiani.
«Nelle scuole dell’infanzia – si legge nel sito dell’impresa sociale Con i Bambini, che riporta i dati in questione - appaiono sottorappresentati i bambini con cittadinanza non italiana. I minori stranieri sono infatti il 14% dei residenti tra 3 e 5 anni, ma solo l’11,7% degli iscritti all’istruzione prescolare. Un divario di oltre 2 punti percentuali. Questa tendenza pone alcune problematiche in termini di integrazione, perché significa che molti bambini stranieri restano fuori da percorsi educativi dai primissimi anni di vita. Esclusi quindi da esperienze che non sono solo di istruzione in senso stretto, ma anche sociali, con la possibilità di frequentare i coetanei e di apprendere la lingua, quando necessario».
Dai dati, disponibili nella pagina dedicata, emerge, fra l’altro, che la disparità tra la quota di minorenni residenti e quella degli iscritti all’istruzione prescolare è fortemente variabile nel Paese.
Prato è la provincia con il gap maggiore tra la quota di under 18 stranieri (32,7% dei residenti 3-5 anni nel 2022) e quella di iscritti stranieri nelle scuole dell’infanzia (25,6% del totale nello stesso anno). «Sebbene serva cautela nel confrontare i due dati – che sono di fonte diversa, raccolti con metodologie differenti – si tratta comunque di circa 7 punti di distacco». Seguono, con un divario superiore ai 4,5 punti, La Spezia, Parma, Livorno, Latina e Pavia. Le province dove, al contrario, la quota di iscritti stranieri alla scuola dell’infanzia è in linea (o addirittura supera) quella dei residenti della rispettiva fascia d’età sono Pordenone (19% di bambini tra 3 e 5 anni stranieri e 20,7% di iscritti), Bolzano, Cremona, Trento, Aosta e Ravenna.
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