
Nel 2024, il 26,7% dei bambini e dei ragazzi di età inferiore ai 16 anni (circa 2 milioni e 68mila minorenni) viveva in famiglie a rischio di povertà o esclusione sociale, a fronte del 23,1% calcolato sul complesso della popolazione residente in Italia (circa 13 milioni e 525mila persone). È quanto emerge dalla recente nota dell’Istat Le condizioni di vita dei minori di 16 anni – Anno 2024, con la quale l’Istituto nazionale di statistica ha diffuso l’aggiornamento degli indicatori sulle condizioni di vita degli under 16, frutto di un approfondimento di analisi condotto nel 2024 nell’ambito dell’Indagine annuale su Reddito e condizioni di vita, oltre ai dati sulla trasmissione intergenerazionale degli svantaggi nei paesi dell’Ue, raccolti nell’edizione 2023 della stessa indagine.
«Il rischio di povertà o esclusione sociale – si spiega nella nota - è un indicatore composito e indica la quota di individui che si trovano in almeno una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale e sociale o bassa intensità lavorativa (Indicatore Europa 2030)».
Secondo quanto evidenziato dai dati, nel 2024 la quota di minorenni a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce di 3 punti percentuali (soprattutto nel Nord), rispetto al 2021. Diminuisce anche l’incidenza della deprivazione materiale e sociale riferita in maniera specifica ai minorenni, che, tuttavia, appare più severa perché aumenta la quota di chi presenta più segnali (il 51,6% presenta almeno sei segnali, rispetto al 36,2% del 2021).
«Il segnale di deprivazione più diffuso - sia tra i minori deprivati sia sul totale dei minori - è il vivere in una famiglia che non si può permettere per motivi economici di “sostituire mobili danneggiati con altri in buono stato” (pari rispettivamente a 88,6% dei minori deprivati e 17,9% del totale dei minori); seguono il non potersi permettere “di trascorrere almeno una settimana di vacanza all’anno lontano da casa” (85,4% e 14,7%, rispettivamente) e il non potersi permettere “di svolgere regolarmente attività di svago fuori casa a pagamento” (67,5% e 9,3%, rispettivamente). Quest’ultimo indicatore mostra segnali di peggioramento rispetto al 2021, quando era pari a 58,4%. Nel 2024, tra i minori in condizione di deprivazione, il 24,7% non ha accesso a una connessione internet utilizzabile a casa, in miglioramento di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2021; la stessa percentuale sul totale dei minori è pari al 3% (era 5,2% nel 2021). I segnali di deprivazione legati all’alimentazione (non potersi permettere “frutta fresca e verdura una volta al giorno” e “carne o pesce, o un equivalente vegetariano, almeno una volta al giorno”), al possesso di “un’automobile” e di almeno “due paia di scarpe in buone condizioni” si confermano, anche nel 2024, come i segnali di deprivazione rilevati con minor frequenza sia tra i minori deprivati sia sul totale dei bambini e dei ragazzi».
La nota conferma la presenza di divari territoriali nel nostro Paese: la situazione dei minorenni risulta più disagiata nel Mezzogiorno (43,6%, era 45,7% nel 2021); nel Nord la quota degli under 16 a rischio di povertà o esclusione sociale si ferma al 14,3%, registrando una forte contrazione nel triennio (era 20,5% nel 2021), mentre nel Centro l’indicatore è pari al 26,2% in aumento rispetto al 2021 (23,4%).
Altri dati rivelano che il rischio di povertà o esclusione sociale aumenta anche al crescere del numero di under 16 presenti in famiglia: per i minorenni che vivono con i genitori, l’indicatore è pari al 18,1% se non ci sono fratelli o sorelle e sale al 26,2% se ne è presente almeno uno o una. Se invece il minorenne vive con un solo genitore, il rischio di povertà o esclusione sociale si attesta al 38,3% in assenza di fratelli o sorelle e aumenta al 53,3% nel caso ve ne sia almeno uno o una.
I bambini e i ragazzi stranieri sono a rischio di povertà o esclusione sociale nel 43,6% dei casi, valore superiore di oltre 20 punti percentuali a quello dei coetanei con cittadinanza italiana (23,5%).
Le difficoltà economiche delle famiglie con componenti di età inferiore ai 16 anni – generalmente nella prima fase del ciclo di vita – sono spesso legate al pagamento di un mutuo per l’abitazione di proprietà (lo paga il 22,7%, quota più che doppia rispetto a quella rilevata sul totale delle famiglie, pari a 10,2%) o al pagamento di un affitto (23,6% contro 18,4%).
Si può consultare la nota sul sito dell’Istat.
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alle tematiche Condizione dell’infanzia e dell’adolescenza e Povertà, raggiungibili dal menù di navigazione “Temi”.