
A causa dei drastici tagli ai finanziamenti globali per l’istruzione, entro la fine del 2026 circa sei milioni di bambini in più potrebbero non frequentare la scuola, di cui circa un terzo in contesti di aiuto umanitario. È quanto emerge dall’analisi dell’Unicef Education aid cuts: A broken promise to children, pubblicata il 3 settembre scorso.
Secondo le previsioni dell’organizzazione, gli aiuti pubblici allo sviluppo destinati all’istruzione diminuiranno di 3,2 miliardi di dollari Usa, con un calo del 24% rispetto al 2023, e quasi l’80% dei tagli sarà a carico di soli tre Governi donatori. «Tale diminuzione – si legge nel sito dell’Unicef - farebbe aumentare il numero di bambini non scolarizzati in tutto il mondo da 272 milioni a 278 milioni, l’equivalente di svuotare tutte le scuole primarie della Germania e dell’Italia messe insieme».
L’Africa occidentale e centrale subiranno l’impatto più forte, con 1,9 milioni di minorenni a rischio di perdere l’istruzione, mentre il Medio Oriente e il Nord Africa potrebbero registrare un aumento di 1,4 milioni di bambini non scolarizzati, insieme a importanti involuzioni in tutte le altre regioni.
Lo studio rivela che 28 Paesi dovrebbero perdere almeno un quarto dell’assistenza scolastica su cui fanno affidamento per l’istruzione prescolare, primaria e secondaria; tra quelli più a rischio ci sono la Costa d’Avorio e il Mali, con un possibile calo delle iscrizioni del 4%, pari rispettivamente a 340.000 e 180.000 studenti.
«L’istruzione primaria dovrebbe essere la più colpita in tutto il mondo, con una riduzione dei finanziamenti che dovrebbe essere pari a un terzo, aggravando la crisi dell’apprendimento e mettendo i bambini colpiti a rischio di perdere circa 164 miliardi di dollari di guadagni nel corso della loro vita».
L’Unicef esorta i Paesi donatori e partner ad agire immediatamente per proteggere l’istruzione attraverso varie misure, che prevedono, fra l’altro, il ribilanciamento degli aiuti in questo ambito a favore dei Paesi meno sviluppati e la salvaguardia dei finanziamenti umanitari all’istruzione.
Si può leggere l’analisi, in inglese, sul sito dell’Unicef.
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