Il ruolo degli asili nido per l’occupazione femminile è il nuovo report realizzato dall’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini, disponibile online sul sito della Fondazione Openpolis.
«Nonostante la situazione sia migliorata nel corso degli anni – si legge nel report -, l’Italia è tra i paesi Ue dove la disparità occupazionale tra padri e madri risulta più alta. Mentre gli occupati tra gli uomini con figli sono l’84,4%, tra le donne sono il 56,3%, la quota più bassa tra tutti i paesi europei».
I dati della pubblicazione rivelano che in Italia il divario occupazionale tra padre e madre è pari a 28,1 punti percentuali, il più ampio insieme a quello della Grecia. Rispetto alla media Ue di 18,5 punti, si registrano divari occupazionali maggiori anche in altri paesi, perlopiù dell’Est Europa. In tutti gli Stati il tasso di occupazione degli uomini con figli supera di almeno 8 punti quello delle donne.
Il report evidenzia inoltre che il tasso di occupazione delle donne senza figli nel nostro Paese è inferiore a quello delle donne con figli negli altri principali paesi europei.
«Un elemento determinante nell’aggravare la situazione occupazionale delle madri – si spiega nella pubblicazione - è l’inaccessibilità dei servizi educativi per la prima infanzia. Sia per una carenza di strutture, sia per questioni economiche».
Dalla lettura dei dati emerge una ricorrenza, in diversi paesi europei, tra ampio utilizzo di servizi per la prima infanzia e una minore disparità occupazionale tra padri e madri. Il contrario si verifica in altri territori, dove questi servizi sono meno diffusi e i divari di genere sono più ampi.
I bambini sotto i 3 anni che frequentano servizi per la prima infanzia sono una minoranza ristretta in paesi dell’Est Europa come Slovacchia e Repubblica Ceca, gli stessi Stati che presentano ampi divari occupazionali tra padri e madri.
Allo stesso modo in Danimarca, Svezia e altri paesi del Nord, dove più della metà dei bambini di età compresa tra zero e 2 anni frequenta l’asilo nido, le differenze nell’accesso al lavoro risultano più limitate. L’Italia, che come già detto ha uno dei più ampi divari occupazionali tra donne e uomini con figli (28,1 punti), è al di sotto della media Ue (34%) per utilizzo di servizi per la prima infanzia, con un quota pari al 28,6%.
«In Italia – si sottolinea nel report - è preoccupante la situazione occupazionale delle donne con figli e carente la diffusione dei servizi educativi per la prima infanzia».
Le regioni con la maggior offerta di asili nido sono le stesse che presentano alti tassi di occupazione femminile: si tratta di territori del Centro-Nord, come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana. Nelle grandi regioni del Sud la situazione è molto diversa. In particolare Calabria, Sicilia e Campania hanno una copertura di asili nido che non supera il 10% e un tasso di occupazione femminile inferiore al 30%, fatta eccezione per la Campania (31,6%).
L’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini nasce dalla collaborazione fra l’impresa sociale Con i Bambini e la Fondazione Openpolis per promuovere un dibattito sulla condizione dei minorenni in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte. L’obiettivo è aiutare il decisore a mettere in atto politiche a sostegno dei bambini e dei ragazzi che vivono in stato di disagio, attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti a disposizione di tutti coloro che a vario titolo si confrontano sul tema della povertà educativa minorile.