È online, sul sito dell’Unicef, la Report Card 16 Worlds of Influence (Sfere di influenza), un’analisi della situazione dei bambini nei paesi ricchi (41 Stati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dell’Unione europea).
«L’indagine – si legge nel sito dell’Unicef - analizza i fattori che condizionano il benessere dei bambini nei paesi ricchi, utilizzando dati pre-Covid per stilare una classifica degli Stati per quanto riguarda la salute mentale e fisica dei bambini e le loro competenze culturali e sociali. Sulla base di questi indicatori, i Paesi Bassi, la Danimarca e la Norvegia risultano come i 3 migliori paesi in cui essere un bambino, tra quelli ad alto reddito».
I dati che riguardano la salute mentale rivelano che nella maggior parte degli Stati presi in esame meno di 4 bambini su 5 si ritengono soddisfatti della loro vita. La Turchia, seguita da Giappone e Regno Unito, registra il livello di soddisfazione minore (53%). «I bambini con famiglie che offrono loro minore sostegno e coloro che sono vittime di bullismo soffrono di una salute mentale significativamente peggiore rispetto alla media». La Lituania, seguita da Nuova Zelanda ed Estonia, registra i tassi più alti di suicidio fra gli adolescenti (tra le principali cause di morte fra i ragazzi di 15-19 anni nei paesi ricchi).
I dati sulla salute fisica evidenziano che i tassi di obesità e sovrappeso fra i bambini sono aumentati negli ultimi anni: circa un terzo dei minorenni sono obesi o sovrappeso, con i tassi in rapido incremento nell’Europa meridionale.
Dalla Report Card emerge inoltre che, in media, il 40% dei bambini nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dell’Unione europea non possiede competenze di base di lettura e matematica all’età di 15 anni. «I ragazzi in Bulgaria, Romania e Cile sono i meno preparati in queste abilità, mentre quelli più preparati sono quelli di Estonia, Irlanda e Finlandia».
Il rapporto, realizzato da un team del Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef, registra anche importanti progressi nel benessere dei più giovani: in media, il 95% dei bambini in età prescolare è iscritto a programmi di apprendimento organizzati, mentre il numero di ragazzi tra i 15 e i 19 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione (Neet) è diminuito in 30 dei 37 paesi analizzati. «Tuttavia, questi importanti traguardi rischiano di diminuire a causa dell’impatto dovuto al Covid-19».
Su 38 paesi ricchi l’Italia è 19esima per quanto riguarda i risultati complessivi sul benessere dei bambini, mentre su 41 Stati risulta 34esima per quanto riguarda le politiche e le condizioni che generano benessere.