«Ero nella squadra di cricket nella mia scuola ma a 12 anni venni rapito e obbligato a usare le armi. Ho vissuto cose terribili e ho visto morire ammazzati alcuni dei miei amici». Chi parla è uno dei ragazzi dello spot Bring Back the Child (Restituiteci i bambini!) una campagna Unicef iniziata da pochi giorni.
Un video di una manciata di secondi che vuole sensibilizzare l'opinione pubblica e la società civile dello Sri Lanka sulla piaga dei bambini soldato.
Si rivolge ai gruppi armati, alle comunità a rischio e ai bambini coinvolti e va di pari passo coi programmi di riabilitazione e di reinserimento per i bambini smobilitati. Bring Back the Child sarà promossa su televisione, radio e giornali, del paese asiatico e con manifesti affissi in tutto il paese in lingua cingalese, tamil e inglese.
Negli ultimi mesi l'isola dell'Oceano Indiano ha visto un pericoloso incremento degli scontri armati tra forze regolari e la guerriglia delle Tigri Tamil. A causa della guerra civile, che vede contrapporsi le truppe governative contro la minoranza di etnia Tamil, un numero sempre maggiore di bambini viene reclutato forzatamente nell'Esercito di liberazione delle Tigri Tamil (LTTA). Questa guerra, negli ultimi mesi, ha visto un notevole incremento di bambini soldato feriti o uccisi negli scontri.
L'Agenzia Onu per l'infanzia dal 2003 al 2008 ha registrato seimila casi di bambini reclutati in modo forzato dal LTTA e riferisce che in questo periodo di maggiori scontri l'obiettivo dei ribelli sono i bambini di 14 anni.
Attraverso la campagna si chiede di rilasciare tutti i bambini soldato arruolati affinché possano tornare alle proprie famiglie e possano avere accesso a un sostegno psicosociale, all'istruzione, alla formazione professionale e alle cure sanitarie.
Sono circa 250 mila i bambini soldato nel mondo. Lo dice un documento delle Nazioni Unite presentato nel 2006 e secondo Human Right Watch i bambini partecipano direttamente nei conflitti armati in almeno 17 paesi. Sono arruolati in eserciti fantasma e obbligati a uccidere.
Il Centro nazionale ha pubblicato contributi sul dramma dei bambini soldato nelle proprie riviste Cittadini in crescita e Rassegna bibliografica, nei numeri richiamati fra gli approfondimenti a questa notizia. (sp)
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