In occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con il Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha organizzato il convegno Progettare politiche per l’infanzia e l’adolescenza: un Paese a misura di bambino, che si svolge a Roma giovedì 16 novembre.
Ne parliamo con l’on. Sandra Zampa, Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di mettere a fuoco i temi che saranno al centro della riflessione. La Vicepresidente mette in evidenza i temi sui quali lavorare, primo tra tutti la povertà educativa: «Necessario è ampliare gli investimenti e affrontare la questione in positivo – spiega - penso ad esempio a una "dote culturale ed educativa" per i ragazzi da assegnare in proporzione al reddito». E ancora un investimento necessario per Sandra Zampa è quello da fare sulla “genitorialità”: «Se ne parla molto ma non si è ancora trattato la questione in modo efficace, i genitori oggi si ritrovano troppo spesso soli e disorientati».
Un’altra priorità che ha avuto rilievo nel corso del convegno è anche quella della violenza all’infanzia, la Vice presidente invita, infatti, a non sottovalutare il tema della violenza, con particolare attenzione anche a quella assistita e fisica e psicologica: «Una banca dati si va costruendo ma serve investire in prevenzione: sappiamo che la violenza sui minori crea conseguenze indelebili, traumi che le persone sono destinate a portarsi dietro tutta la vita».
Inoltre, per dare efficacia alle politiche e agli interventi Zampa osserva che: «Serve mettere un argine alla dispersione di competenze perché la frammentazione rende più difficile e meno efficace il lavoro a favore dell’infanzia e dell’adolescenza».
Una riflessione si impone infine per la Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: quale eredità lasciare alle nuove generazioni? «Disuguaglianze, disparità, solitudine: non siamo risusciti a mettere al riparo l’infanzia dai mali del nostro tempo – commenta la deputata - ma abbiamo comunque il dovere di lasciare alle nuove generazioni un messaggio positivo, dobbiamo fare in modo che possano continuare a coltivare speranze e ambizioni, capaci di superare il senso della precarietà dei nostri tempi. Dobbiamo dare loro gli strumenti per reagire, così come sono stati capaci di fare i loro bisnonni, nel dopoguerra».
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