Avere un posto a costi accessibili nei servizi educativi della prima infanzia in Europa è ancora difficile per molte famiglie con bambini di età inferiore a 3 anni. Attualmente infatti, solo la Lettonia garantisce un posto gratuito in strutture pubbliche per ogni bambino dall’età di un anno e mezzo. Nel nuovo rapporto della rete Eurydice “Key Data on Early Childhood Education and Care in Europe”, giunto alla sua seconda edizione, vengono analizzati i progressi fatti in 38 Paesi europei in base alla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia.
L’educazione e cura della prima infanzia, ovvero la fase che precede l’istruzione primaria, è ormai sempre più considerata come la parte del ciclo educativo che getta le basi per l’apprendimento permanente e per lo sviluppo della persona.
Lo studio di Eurydice analizza la gestione, l’accesso, il personale, le linee guida educative, la valutazione e il monitoraggio per le strutture pubbliche e private e per i servizi domiciliari regolamentati. Particolare importanza viene data all’aspetto dell’integrazione dei sistemi 0-3 e 3-6 anni, un elemento ritenuto un parametro di alta qualità dell’educazione pre-primaria, fondamentale per aumentare l’equità e l’uguaglianza della società.
I 38 Paesi europei presi in esame sono i 28 Stati membri dell’Unione europea, più Albania, Bosnia Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia.
L’Italia non fa eccezione per quel che riguarda la difficoltà per le famiglie di ottenere un posto nei nidi d’infanzia. Allo stesso tempo, però, per i bambini più grandi la percentuale di partecipazione nella fascia di età 3-6 anni è vicina al 95% (benchmark europeo fissato per il 2020).
L’impiego di personale altamente qualificato – con una laurea di primo livello o superiore – garantisce la creazione di ambienti di apprendimento più stimolanti, una cura e un supporto più adeguati. Anche in Italia, a partire dal prossimo anno scolastico, gli educatori dei nidi d’infanzia pubblici dovranno avere una laurea di primo livello, allineandosi così alla tendenza della maggior parte dei Paesi europei.
Nella maggior parte dei Paesi europei, la prima infanzia è organizzata in strutture separate per le due fasce di età, indicate come 0-3 e 3-6 anni. Meno di un terzo dei Paesi presi in esame ha una struttura unica, principalmente si tratta dei Paesi nordici e delle aree baltica e balcanica.
Nel rapporto si fa presente che, nonostante le novità introdotte in Italia nel 2015 con la legge n. 107 per lo sviluppo di un sistema integrato 0-6, manca nel nostro Paese di fatto un livello di formazione unico per tutto il personale, non ci sono linee guida educative uniche per tutto il periodo, la gestione rimane in capo a due soggetti diversi (Miur e Regioni) e, infine, i bambini trascorrono le due fasi del percorso in strutture organizzative separate (salvo rare eccezioni).