È disponibile, al link https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/Documents/Percors..., il report di monitoraggio della seconda fase del progetto Percorsi per la formazione, il lavoro e l’integrazione dei giovani migranti, promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con la società Anpal Servizi per favorire l’integrazione sociale e lavorativa dei minori stranieri soli e dei giovani migranti fino a 23 anni giunti in Italia come minori stranieri non accompagnati.
Il progetto, articolato in tre fasi, ha previsto la realizzazione di piani di intervento personalizzati rivolti ai ragazzi (tirocinio e servizi connessi) e il potenziamento della rete tra gli attori istituzionali (con particolare riguardo agli enti locali) e i principali stakeholders. Nella prima e nella seconda fase sono stati realizzati, rispettivamente, 960 e 850 percorsi di integrazione; la terza, avviata di recente con la pubblicazione di un nuovo avviso, prevede il finanziamento di altri 170 percorsi.
Il report restituisce le informazioni emerse nel corso di un focus group dedicato al progetto, a cui hanno partecipato i soggetti coinvolti nell’iniziativa (tirocinanti, rappresentanti degli enti proponenti e rappresentanti delle aziende che hanno ospitato i tirocini) e alcuni osservatori qualificati. «Lo strumento del focus group – si spiega nel sito del Ministero del lavoro - ha permesso di mettere a confronto le esperienze e i punti di vista di ciascun partecipante, così da far emergere gli elementi positivi e le criticità dell’azione, anche per capitalizzare le conoscenze acquisite e derivarne indicazioni utili per una futura rimodulazione».
Secondo i risultati del report, il tirocinio ha rappresentato, per la generalità dei ragazzi che hanno preso parte al focus group, una grande opportunità di arricchimento personale e professionale e un efficace strumento di inclusione sociale e di raggiungimento dell’autonomia.
La principale criticità sottolineata dai giovani riguarda, invece, la durata dell’esperienza: «un tirocinio di soli 5 mesi – si legge nel report - è infatti apparso insufficiente nell’ottica dell’effettiva acquisizione di nuove competenze e della possibilità di proseguire il rapporto di lavoro con l’azienda ospitante».