La violenza contro le donne e le bambine durante i conflitti può avere tante forme, con minacce che arrivano non solo dall’esterno ma anche dai contesti familiari. Il nuovo Dossier Indifesa 2024 della onlus Terre des Hommes lancia l’allarme sulla condizione delle bambine e delle ragazze negli scenari di guerra, vittime, spesso nel silenzio e nell’impunità generale, non solo delle bombe ma anche di stupri, matrimoni forzati, tratta e sfruttamento sessuale.
«Nel 2022 secondo le Nazioni Unite – si legge nel sito della onlus -, erano 614 milioni le donne, ragazze e bambine che vivevano in paesi interessati da conflitti armati – il 50% in più rispetto al 2017 – ma è una stima che va già rivista al rialzo alla luce delle nuove guerre e situazioni di instabilità scoppiate nell’ultimo anno, segnato, secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dal “più alto numero di conflitti armati dalla Seconda Guerra Mondiale”».
Terre des Hommes denuncia, nella pubblicazione, le peggiori forme di violenza di genere subite dalle donne, anche più giovani, in Palestina, Ucraina, Sudan: rapimento, tratta, stupri, sfruttamento sessuale, matrimoni forzati e violenza domestica.
Il dossier - presentato l’8 ottobre scorso a Roma, in vista della Giornata internazionale delle bambine – si sofferma su molti temi, come le mutilazioni genitali femminili, l’istruzione, i matrimoni precoci, la salute mentale, la violenza di genere, e riporta anche i dati sui reati contro i bambini e gli adolescenti elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale Polizia Criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno.
Secondo quanto evidenziato dai dati, i reati contro i minorenni continuano ad aumentare: nel 2023, infatti, sono stati 6.952, 95 in più rispetto al 2022. Le vittime sono in gran parte bambine e ragazze (61%).
Si può leggere il dossier sul sito di Terre des Hommes.
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