È dedicato al tema dei conflitti come barriera all’educazione il WeWorld Index 2019, il rapporto annuale realizzato dalla onlus WeWorld che valuta lo sviluppo di 171 Paesi, europei ed extraeuropei, osservando le condizioni di vita dei soggetti più a rischio di esclusione attraverso l’analisi di 17 dimensioni (ambiente, lavoro, ecc.) e 34 indicatori. L’edizione 2019 si basa su un concetto innovativo d’inclusione che considera sia la sfera economica sia quella sociale.
Il rapporto confronta le condizioni e la qualità della vita di donne e bambini, raggruppando i Paesi in una classifica finale, da quelli con miglior tasso di inclusione a quelli caratterizzati da gravissima esclusione.
In cima alla classifica ci sono ancora i Paesi del Nord Europa, insieme a Canada, Nuova Zelanda e Australia: torna in testa la Norvegia con 105 punti, seguita da Islanda, Svezia, Danimarca, Svizzera e Finlandia. Agli ultimi posti della classifica, invece, ci sono il Mali, la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan, il Ciad e la Repubblica Centrafricana, che si conferma per il quinto anno consecutivo il Paese peggiore per l’inclusione di bambini e donne.
Rispetto all’Index 2018 sono tre in più i Paesi in cui sono presenti forme insufficienti di inclusione di bambini, adolescenti e donne o gravi o gravissime forme di esclusione. Grazie, però, all’ingresso dell’India nella categoria dei Paesi con insufficiente inclusione diminuisce di circa 1,4 miliardi la popolazione dei Paesi con gravi forme di esclusione di minorenni e donne. Il progresso indiano è uno degli elementi più significativi dell’edizione 2019: l’India infatti raggiunge la 122esima posizione con -29 punti (nel 2015 il Paese era in 130esima posizione con -45 punti).
Nella classifica stilata dal rapporto l’Italia è 27esima, in una posizione peggiore rispetto alle principali democrazie europee (la Francia è al 12esimo posto, la Germania al 14esimo, la Gran Bretagna al 16esimo), ma anche di Bulgaria (24esimo posto), Repubblica Ceca (19esimo) e Portogallo (20esimo), che negli anni passati erano più indietro in classifica. Nel nostro Paese, in 5 anni, peggiorano gli indicatori sulla sicurezza ambientale e non migliorano gli indicatori relativi alla violenza di genere e sui bambini.
Il WeWorld Index 2019 analizza le conseguenze dei conflitti sull’educazione. Secondo i dati del rapporto, 104 milioni di bambini in aree colpite da disastri naturali o guerre non vanno a scuola e tra il 2013 e il 2017 sono stati più di 12.000 gli attacchi che hanno colpito 21mila studenti ed educatori in circa 70 Paesi, tra cui soprattutto la Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Israele/Palestina, Nigeria, Yemen, Sud Sudan.