In Afghanistan i matrimoni precoci sono ancora molto diffusi, sebbene l’incidenza del fenomeno sia diminuita del 10% nell’arco degli ultimi cinque anni. È quanto emerge dal primo studio sui matrimoni precoci in Afghanistan lanciato dall’Unicef e dal Ministero afghano del lavoro, degli affari sociali, dei martiri e dei disabili.
Secondo i dati dell’indagine, nel 42% delle famiglie almeno un membro del nucleo familiare si è sposato prima di compiere 18 anni. Tuttavia ci sono forti disparità regionali: si va dal 21% delle famiglie nel Ghor al 66% del Paktia.
Lo studio è stato condotto in cinque province dell’Afghanistan (Bamyan, Kandahar, Paktia, Ghor e Badghis), che rappresentano aree urbane, semi-urbane e rurali.
I risultati confermano che la situazione di insicurezza, la povertà, le convinzioni e le norme sociali profondamente radicate pongono le ragazze in una posizione di svantaggio. In generale si riscontra una comprensione piuttosto limitata dell’impatto negativo che il matrimonio in età infantile ha sulle bambine.
«L’attenzione delle persone intervistate – si legge nella presentazione - si concentra quasi soltanto sulle conseguenze che il matrimonio ha sulla sfera della salute, mentre è sottovalutato l’impatto su istruzione, nutrizione e partecipazione delle bambine e delle donne allo sviluppo economico».