Sono la Sicilia e la Campania le regioni italiane con la maggiore “povertà educativa”, cioè quelle in cui è più scarsa e inadeguata l'offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia le regioni più virtuose. È quanto emerge dal rapporto di Save the children Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?, presentato il 9 maggio scorso a Roma in occasione della conferenza di rilancio della campagna Illuminiamo il futuro.
«Così come la povertà materiale, anche la povertà educativa ha carattere “multi-dimensionale”: si manifesta in un non adeguato sviluppo delle competenze cognitive, fondamentali per crescere e vivere nella società contemporanea dell'innovazione e della conoscenza, con un impatto sullo sviluppo delle competenze cosiddette ‘non-cognitive’, quali le capacità emotive, di relazione con gli altri, di scoperta di se stessi e del mondo», si spiega nel rapporto.
L'analisi di Save the children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti della classifica sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d'Italia.
Il rapporto evidenzia anche una connessione molto forte tra povertà educativa e i cosiddetti “Neet”, ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione.
Secondo i dati dell'indagine, le opportunità per i bambini e i ragazzi italiani sono scarse, a partire dall'offerta di servizi all'infanzia (13%). Il tempo pieno, inoltre, è assente nel 68% delle primarie e nell'80% delle secondarie di primo grado, il 59% degli studenti frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l'approfondimento, e il tasso di dispersione scolastica raggiunge ancora il 15%.
Bambini e ragazzi sono penalizzati anche dalla forte carenza di attività extracurricolari: il 64% dei minori nell'ultimo anno non ha svolto almeno quattro attività tra andare a teatro o a un concerto, visitare musei, siti archeologici o monumenti, svolgere regolarmente attività sportive, leggere libri o utilizzare internet; il 17% ne ha svolta soltanto una, mentre l'11% non ne ha svolta nessuna; il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell'anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo e il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva.
La campagna Illuminiamo il futuro, promossa da Save the children per contrastare la povertà educativa, ha previsto una settimana di eventi, che si sono svolti dal 9 al 15 maggio scorsi in varie città, su tutto il territorio nazionale.