Aumenta, in Europa, la povertà minorile e tutti i progressi fatti finora rischiano di essere vanificati. Sono quasi 20 milioni i bambini e gli adolescenti che crescono in povertà nonostante l’Unione europea sia una delle regioni più ricche al mondo. Secondo il nuovo rapporto di Save the Children Garantire il futuro dei bambini – Come porre fine alla povertà minorile e all’esclusione sociale in Europa gli under 18 più vulnerabili ed esposti alla povertà sono quelli che crescono in famiglie numerose o monoparentali, i bambini con background migratorio, con disabilità, appartenenti a minoranze etniche e quelli che vivono nelle aree rurali o più svantaggiate.
In Svezia, ad esempio, il 58% di tutte le famiglie monoparentali di origine straniera è a rischio povertà, così come fa parte di famiglie monoparentali il 45,2% dei bambini che ricevono sussidi sociali in Germania. In Italia sono più esposte alla povertà le famiglie numerose con almeno cinque componenti e le famiglie con background migratorio, mentre in Spagna e nei Paesi Bassi circa il 40% dei bambini a rischio povertà proviene da famiglie che lavorano. In Irlanda del Nord sono più esposti alla povertà i bambini delle comunità etniche, con due minorenni su tre (66%) che crescono in povertà, quasi tre volte la cifra nazionale.
Danimarca, Svezia e Lituania sono gli unici paesi - tra i nove dell’Unione europea presenti nel rapporto - in cui i tassi di povertà minorile sono diminuiti durante la pandemia.
Secondo quanto evidenziato dall’indagine, milioni di bambini in tutta Europa non hanno alcun accesso o hanno accesso limitato all’istruzione e ai servizi educativi per la prima infanzia, spesso di bassa qualità. Molti altri milioni non hanno accesso a cibi sani. «La salute mentale dei bambini – si legge nella presentazione del documento - è una sfida chiave in tutti i paesi e la maggior parte dei bambini poveri in Europa vive in condizioni abitative inadeguate o in situazioni di sovraffollamento, deve far fronte alla perdita della casa e il rischio di sfratto è all’ordine del giorno per la maggior parte di loro».
La nuova analisi di Save the Children mette in evidenza il ruolo dei servizi essenziali per affrontare la povertà e l’esclusione sociale, tra cui i servizi per la prima infanzia, l’istruzione, l’assistenza sanitaria o un alloggio adeguato, e come la mancanza di accesso ad essi possa avere conseguenze socio-sanitarie negative sulla vita dei bambini.
Il rapporto contiene anche delle raccomandazioni su come migliorare le politiche nazionali di riduzione della povertà minorile dal momento che i decisori politici della maggior parte dei paesi europei non stanno sfruttando a pieno le risorse disponibili dell’Unione europea come la Garanzia europea per l’infanzia (Child Guarantee), il Fondo sociale europeo Plus e il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali.
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