La povertà educativa riguarda molti bambini e adolescenti nel nostro Paese, come testimoniano i dati di un recente rapporto di Save the children, secondo i quali, ad esempio, il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell'anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico, il 55% un museo e il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva.
Per combattere questo fenomeno, strettamente correlato alla povertà materiale, la Legge di Stabilità 2016 ha istituito in via sperimentale, per la prima volta in Italia, un Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per gli anni 2016, 2017 e 2018.
A fine aprile, il Governo e le Fondazioni di origine bancaria hanno firmato un Protocollo d'intesa per la gestione del Fondo che sarà destinato «al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori» e sarà alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria con uno stanziamento di circa 120 milioni all'anno per i tre anni previsti.
Il Protocollo e i meccanismi di gestione del Fondo sono stati presentati alla stampa il 17 maggio scorso, a Roma, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, dal presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti e dal portavoce del Forum nazionale del terzo settore Pietro Barbieri.
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