Nel mondo sono circa 230 milioni i bambini sotto i cinque anni che non sono stati mai registrati alla nascita. Uno su tre. Lo rivela il nuovo rapporto dell'Unicef Every child's birth right: inequities and trends in birth registration (Diritto alla nascita per ogni bambino: diseguaglianze e tendenze nella registrazione alla nascita), lanciato l'11 dicembre scorso in occasione del 67esimo anniversario dell'organizzazione.
«Il nome e la nazionalità sono diritti di tutti i bambini, sanciti nella Convenzione Onu sui diritti del fanciullo e in altri documenti internazionali. Ciononostante, le nascite di circa 230 milioni di bambini sotto i cinque anni non sono state mai registrate. Questa carenza di verifiche formali da parte dello Stato di solito si traduce nell'impossibilità, per il minore, di ottenere un certificato di nascita. Di conseguenza, a quel bambino o a quella bambina possono essere negate le cure mediche o l'istruzione», si spiega nel primo capitolo del rapporto.
La registrazione alla nascita, dunque, è un atto fondamentale: la sua mancanza ha ricadute molto pesanti sul futuro dei minori ed è, secondo l'Unicef, sintomo di disuguaglianze nelle società.
Il rapporto presenta analisi statistiche condotte su 161 Stati, con gli ultimi dati e le ultime stime più aggiornate sul fenomeno, per ciascun Paese.
Dall'indagine emerge che, nel 2012, a livello globale, solo circa il 60 per cento dei neonati è stato registrato alla nascita. Il tasso varia in maniera significativa a seconda delle regioni, con livelli più bassi in Asia Meridionale e in Africa Subsahariana.
Questi i 10 Stati con i tassi di registrazione alla nascita più bassi: Somalia (3 per cento), Liberia (4 per cento), Etiopia (7 per cento), Zambia (14 per cento), Ciad (16 per cento), Tanzania (16 per cento), Yemen (17 per cento), Guinea Bissau (24 per cento), Pakistan (27 per cento) e Repubblica Democratica del Congo (28 per cento).
Nel comunicato stampa diffuso per il lancio del volume si legge che «anche quando i bambini vengono regolarmente registrati, a molti di loro non rimane traccia della registrazione avvenuta. In Africa Orientale e Meridionale, ad esempio, solo circa metà dei bambini registrati dispone di un certificato di nascita. Nel mondo, 1 bambino registrato su 7 non ha il certificato di nascita. In molti Paesi, ciò è dovuto a costi di registrazione troppo onerosi per i più poveri. Altrove, invece, il certificato di nascita semplicemente non viene rilasciato alle famiglie».
Nel rapporto si sottolinea, inoltre, che la registrazione alla nascita, come componente essenziale del registro anagrafico di un Paese, migliora la qualità delle statistiche socio-demografiche, aiutando la programmazione e l'efficienza delle misure varate da un governo.
Nella stessa giornata dell'11 dicembre l'Unicef ha presentato un'altra sua pubblicazione, intitolata A passport to protection. A guide to birth registration programming. Il testo è un manuale rivolto agli operatori adibiti alla registrazione dei bambini alla nascita. (bg)
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birth_registration_report_2013.pdf | 2.33 MB |
a_passport_to_protection.pdf | 851.86 KB |