Il calo della natalità continua a essere un tratto caratteristico del nostro Paese. Un fenomeno complesso, che affonda le sue radici in cause diverse, non solo economiche, ma anche culturali, psicologiche e sociali. Il nuovo report dell'Istat Indicatori demografici. Stime per l'anno 2014 traccia un quadro da cui emergono, oltre alla diminuzione del numero di nuovi nati, la riduzione dei decessi e l'aumento della speranza di vita alla nascita.
Secondo i dati forniti dal rapporto, le nascite nel 2014 sono 509 mila, cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall'Unità d'Italia; il tasso di natalità scende dall'8,5 per mille nel 2013 all'8,4 per mille nel 2014.
A detenere il primato di natalità nel Paese è il Trentino-Alto Adige, con un tasso pari al 9,9 per mille, mentre le regioni con il più basso livello di natalità sono la Liguria (6,9), la Sardegna (7,1), il Molise (7,2) e la Basilicata (7,3).
Come nel 2013, il numero medio di figli per donna (TFT) è pari a 1,39 e l'età media delle madri al parto è pari a 31,5 anni. Riguardo al primo aspetto, l'Istat spiega che «dopo la fase di timida ripresa dello scorso decennio – con un massimo di 1,46 figli registrato nel 2010 – la fecondità nazionale è tornata sui livelli pre 2007 (1,4 figli) che la rende ancora distante dalla media dell'Unione europea (1,58 figli nel 2012, fonte Eurostat) e insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale».
Per quanto riguarda il secondo aspetto, i dati registrano un aumento, negli anni, dell'età media delle madri al parto: da 31 anni del 2007 si è passati, infatti, a 31,5 del 2013 e del 2014.
Le stime Istat rivelano inoltre che l'81 per cento delle nascite proviene da donne italiane e il restante 19 per cento da donne straniere. «La fecondità delle donne straniere, pur continuando a contribuire concretamente alla fecondità generale, risulta in calo e, per la prima volta da quando viene regolarmente misurato il fenomeno, scende sotto la soglia dei 2 figli per donna, attestandosi a 1,97. Peraltro, il calo della fecondità delle straniere è stato regolarmente riscontrato dal 2008 in poi, anno in cui il loro TFT si attestava a 2,65 figli per donna, contro i 2,1 del 2013», si spiega nel report.
Il rapporto contiene anche dati che offrono una comparazione tra popolazione anziana e giovani: al primo gennaio 2015 i giovani fino a 14 anni di età rappresentano il 13,8 per cento della popolazione, le persone da 15 a 64 anni il 64,4 per cento e quelle con 65 anni e oltre il 21,7 per cento. I dati evidenziano il proseguimento – graduale ma senza soluzione di continuità – sia del processo di crescita della popolazione anziana sia di quello di decrescita di ragazzi e adulti.
Per approfondire il tema della denatalità si rinvia all'intervista a Massimo Livi Bacci, uno dei maggiori esperti di demografia a livello internazionale, pubblicata nel numero 1/2012 della rivista del Centro nazionale Cittadini in crescita , disponibile on line sul sito www.minori.gov.it. (bg)
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