Stop alle mutilazioni genitali femminili

02/03/2009

Escissione, incisione, asportazione, infibulazione. Sono termini diversi che indicano lo stesso, terribile fenomeno: le mutilazioni genitali femminili. Una pratica che interessa in gran parte bambine e donne di paesi africani e coinvolge anche le figlie di immigrati che vivono in Italia.

Per combattere questo fenomeno, promuovendo interventi di sensibilizzazione e formazione, il Dipartimento per le pari opportunità ha stanziato circa quattro milioni di euro, che si aggiungono ai tre milioni e mezzo già impegnati per finanziare ventuno progetti di prevenzione e contrasto delle pratiche di mutilazione genitale femminile.

Il piano degli interventi - illustrato il 4 febbraio dal capo del Dipartimento, Isabella Rauti, durante la conferenza stampa per la Terza giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili che è stata celebrata il 6 febbraio – è suddiviso in tre macroaree: la ricerca, la sensibilizzazione al fenomeno attraverso campagne informative e la formazione degli operatori socio-sanitari.

La prima tranche dei progetti, realizzati con forme di collaborazione consortile, con enti locali, con il Sistema sanitario nazionale e con il terzo settore, terminerà a settembre, mentre i prossimi, non ancora definiti, partiranno dalla fine di quest'anno.

La pratica delle mutilazioni genitali femminili è un fenomeno che ha profonde radici culturali e riguarda, secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, oltre cento milioni di donne in tutto il mondo. In alcuni paesi africani è considerata fondamentale per garantire il prestigio di una bambina o di una donna, per consentirle di trovare un marito e per conferirle castità, salute, bellezza e onore della famiglia.

Generalmente praticate su soggetti molto giovani, in media ragazze che non hanno ancora compiuto quindici anni, in alcuni paesi anche bambine molto piccole, in altre comunità donne più adulte, le mutilazioni causano gravissimi danni fisici – fra cui shock emorragico, infezioni, formazione di ascessi, calcoli, cisti, infertilità - e psicologici.

Un fenomeno complesso, che assume dimensioni e connotazioni diverse nei vari paesi, su cui occorre promuovere una capillare opera di prevenzione e informazione rivolta anche alle famiglie immigrate. Proprio alle famiglie si rivolge lo spot di comunicazione sociale Nessuno escluso, in onda sulle reti Rai, realizzato nell'ambito di uno dei ventuno progetti finanziati dal Dipartimento per le pari opportunità.

Obiettivo dello spot è la responsabilizzazione dei genitori rispetto alla decisione di sottoporre le proprie figlie alle mutilazioni genitali. In Italia la legge 9 gennaio 2006 n. 7 considera questa pratica un reato. (bg)

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