La partecipazione e l'ascolto dei bambini e degli adolescenti, la dispersione scolastica, i minori stranieri non accompagnati: sono alcuni dei tanti argomenti affrontati dal Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza nella sua terza Relazione annuale al Parlamento, presentata lo scorso 10 aprile a Roma durante un incontro a cui erano presenti rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, della società civile e della cultura, oltre a gruppi di giovani coinvolti in progetti sulla partecipazione e in altre iniziative.
Nel documento l'Authority illustra le iniziative svolte nel corso del 2013, le collaborazioni avviate con le istituzioni, le associazioni e le altre realtà che si occupano di infanzia e adolescenza, e le linee di azione future.
La prima parte della Relazione è dedicata alla partecipazione e all'ascolto dei bambini e degli adolescenti, due temi centrali nel dibattito sull'infanzia e l'adolescenza. Temi a cui il Garante ha dato ampio spazio con diverse modalità: le visite nei territori, «finalizzate ad approfondire alcune problematiche di rilievo nazionale, analizzandone i risvolti locali e andando a conoscere direttamente singole esperienze positive»; la collaborazione con le associazioni e le organizzazioni di settore e altri progetti.
Dopo aver passato in rassegna le alleanze con istituzioni ed enti, sovranazionali, nazionali e locali, impegnati a diverso titolo nella promozione e protezione dei diritti dei minori, l'Authority si sofferma sui garanti regionali, sul lavoro della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza - presieduta dal Garante nazionale e composta dai garanti per l'infanzia e l'adolescenza delle Regioni e delle Province autonome, laddove istituiti – e, infine, sulla Rete dei garanti europei.
L'ultima parte della Relazione riporta i dati sulle segnalazioni al Garante, in netto aumento rispetto al 2012. Nel 2013, infatti, ci sono state ben 193 segnalazioni, a fronte delle 45 del 2012. La maggioranza proviene dai genitori (95) e una parte consistente dai “cittadini”, categoria che raccoglie singoli o gruppi che hanno scelto di presentarsi in questo modo o persone che non si sono qualificate in modo diverso. Tra le persone che hanno rivolto segnalazioni non compare alcun minorenne che si sia rivolto direttamente al Garante, nonostante questa opzione sia prevista e promossa dalla legge istitutiva dell'Authority. Nel documento si accenna a qualche spiegazione: «forse per la scarsa conoscenza delle sue funzioni, forse per la mancanza di un sito che susciti la loro curiosità e attenzione e li invogli ad un contatto».
Le criticità segnalate più di frequente sono quelle tra privati e istituzioni: «riflettono un malumore diffuso e un sentimento di sfiducia negli organismi e negli operatori dello Stato e degli Enti locali competenti ad intervenire, che investe i cittadini coinvolti soprattutto in problematiche di tipo familiare», scrive il Garante. Molte segnalazioni riguardano figli contesi tra genitori a seguito della loro separazione e casi di sottrazione internazionale di minori. Una buona parte riguarda anche i media, in particolare programmi televisivi andati in onda sulle reti nazionali pubbliche e private che non appaiono adatti ai telespettatori più piccoli o trailer ritenuti altrettanto inappropriati alla visione dei minori, proposti nelle sale cinematografiche prima delle proiezioni di film per bambini.
«Il 2013 ha riproposto tutta una serie di criticità che avevo sollevato nelle mie due relazioni precedenti», conclude il Garante nella parte finale della Relazione, mettendo in evidenza i principali ostacoli da superare, fra i quali la scarsità di fondi stanziati per l'infanzia e l'adolescenza, le difficoltà derivanti dal continuo mutamento del quadro politico-istituzionale e lo stato di isolamento in cui si trovano le associazioni che si occupano di infanzia. (bg)
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