È entrato in vigore il 14 aprile scorso il terzo Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, adottato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2011. Un documento importante, che dà la possibilità ai minori di presentare direttamente al Comitato Onu sui diritti dell'infanzia reclami per eventuali violazioni dei diritti sanciti dalla Convenzione stessa e dai suoi primi due Protocolli opzionali, che riguardano, rispettivamente, il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, e la vendita, la prostituzione minorile e la pornografia rappresentante minori.
L'entrata in vigore del terzo Protocollo opzionale rappresenta un grande passo avanti per i diritti dei minori, reso possibile dal raggiungimento del numero minimo di ratifiche da parte degli Stati membri necessario affinché il terzo Protocollo divenisse operativo (il deposito della decima ratifica è avvenuto il 14 gennaio di quest'anno).
Tre le procedure previste dal documento per sottoporre all'attenzione del Comitato – organo che monitora l'applicazione della Convenzione da parte degli Stati che l'hanno ratificata - casi di violazione dei diritti dei minori: la Individual communications procedure, in base alla quale il reclamo può essere presentato da un singolo bambino, da un gruppo di bambini o da un loro rappresentante, a patto che lo Stato di appartenenza abbia ratificato sia la Convenzione che i suoi Protocolli; la Inter-State communications procedure, in base alla quale uno Stato che ha ratificato il Protocollo può presentare un reclamo contro un altro Stato ritenuto responsabile di aver violato gli obblighi derivanti dalla ratifica della Convenzione e dei suoi Protocolli opzionali, a condizione che anche quest'ultimo abbia a sua volta ratificato il Protocollo; la Inquiry procedure, che prevede che il Comitato possa avviare un'indagine sulle presunte violazioni dei diritti dei bambini perpetrate da uno Stato parte.
L'Italia è stata tra i primi Paesi a sottoscrivere il terzo Protocollo opzionale, ma non ha provveduto alla sua ratifica: nel nostro Paese, dunque, i minori non hanno ancora la possibilità di presentare reclami al Comitato.
Per approfondimenti sui contenuti del documento si rinvia al commento di Tessa Onida, giurista del Centro nazionale. (bg)