Si chiamano Yema e Neka i due giovani fratelli protagonisti del documentario del regista valtellinese Matteo Valsecchi, proiettato il 17 dicembre scorso, a Firenze, durante la terza giornata del seminario formativo Il percorso post-adottivo (promosso dalla Commissione per le adozioni internazionali in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti). I due ragazzi - etiopi, figli adottivi di una coppia milanese - hanno una grande passione: lo sport. Il primo è campione europeo juniores di cross e il secondo campione mondiale di corsa in montagna nella stessa categoria.
Il documentario, intitolato Yema e Neka, parla della vita quotidiana e dell'impegno nello sport dei due giovani, ma soprattutto del rapporto tra i due fratelli (che oggi hanno rispettivamente 19 e 21 anni) e di quello tra loro e gli altri membri della famiglia allargata: il padre adottivo Roberto Crippa, quattro fratelli e tre cugini dei due ragazzi (adottati dalla coppia milanese insieme a Yema e Neka), e tre cinquantenni con problemi psichici, amici d'infanzia di Roberto. La grande famiglia allargata vive a Montagne, piccolo paese del Trentino.
«Mi concentro molto sul rapporto dei due fratelli con il padre adottivo», spiega Valsecchi. «Dalle parole e dai gesti dei ragazzi, che da bambini in Etiopia facevano i pastori per aiutare la famiglia, emerge la riconoscenza verso Roberto: si rendono conto che il padre ha trasformato il loro futuro. I due fratelli raccontano anche episodi di discriminazione, ma sono riusciti a integrarsi, grazie alle vittorie nello sport e a un atteggiamento umile e aperto nei confronti degli altri. Mi ha colpito molto la loro grande umiltà, nonostante i risultati raggiunti».
Il documentario è stato proiettato in occasione di vari festival, fra i quali l'edizione 2015 del Trento film festival. (bg)