I bambini delle famiglie più povere beneficiano meno dei finanziamenti pubblici nazionali per l’istruzione. Secondo quanto emerge dal recente rapporto Unicef Transforming Education with Equitable Financing (Trasformare l’istruzione con un finanziamento equo), il 20% degli studenti più poveri, in media, beneficia solo del 16% dei finanziamenti pubblici per l’istruzione, rispetto a quelli più ricchi, che beneficiano del 28%. Nei Paesi a basso reddito, solo l’11% dei finanziamenti pubblici per l’istruzione va agli studenti più poveri, mentre il 42% va ai più ricchi.
Lo studio – un’analisi dei dati sulla spesa pubblica per l’istruzione pre-primaria, primaria, secondaria e terziaria di 102 Paesi – evidenzia che un aumento di un punto percentuale nell’allocazione delle risorse per l’istruzione pubblica al 20% più povero potrebbe far uscire dalla povertà di apprendimento 35 milioni di bambini in età da scuola primaria. In tutto il mondo, inoltre, la spesa per l’istruzione pubblica ha maggiori probabilità di raggiungere gli studenti delle famiglie più ricche, sia nei Paesi a basso che a medio reddito.
«Il divario – si legge nel sito dell’Unicef - è più pronunciato tra i Paesi a basso reddito. In diversi esempi, i dati hanno mostrato che gli studenti delle famiglie più ricche beneficiano di finanziamenti pubblici per l’istruzione sei volte superiori a quelli dei più poveri. Nei Paesi a medio reddito gli studenti più ricchi in luoghi come la Costa d'Avorio e il Senegal ricevono una spesa per l’istruzione pubblica circa quattro volte superiore a quella dei più poveri. Sebbene il divario sia minore nei Paesi ad alto reddito, con i più ricchi che di solito beneficiano di una spesa pubblica per l’istruzione da 1,1 a 1,6 volte superiore a quella dei più poveri, la Francia e l’Uruguay si collocano nella zona di divario maggiore».
Il rapporto sottolinea la necessità di intervenire con urgenza per garantire che le risorse per l’istruzione raggiungano ogni studente, definendo quattro raccomandazioni chiave: sbloccare i finanziamenti pubblici pro-equità per l’istruzione; dare priorità ai finanziamenti pubblici per l’apprendimento di base; monitorare e garantire un’equa allocazione degli aiuti all’istruzione in contesti di sviluppo e umanitari; investire in percorsi innovativi per garantire l’istruzione.
La pubblicazione è disponibile sul sito dell’Unicef, nella notizia dedicata.
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