In molti Paesi colpiti dalle guerre i finanziamenti per la protezione dei bambini nei conflitti armati non tengono il passo con il crescente numero di famiglie e minorenni a rischio. Il rapporto di Save the Children Unprotected: An Analysis of Funding for Child Protection in Armed Conflict sottolinea l’importanza di finanziamenti adeguati per ridurre l’impatto della violenza sulla vita dei più piccoli.
«I servizi di protezione dell’infanzia – si legge nel sito di Save the Children - sono fondamentali per proteggere i bambini e le bambine dai pericoli, in particolare per coloro che vivono in zone di guerra o nei Paesi colpiti da conflitti. Servono a salvaguardare i minori dalle gravi violazioni che si verificano durante i conflitti, compreso il reclutamento e l’utilizzo da parte di gruppi armati, i matrimoni precoci, la violenza sessuale, l’uccisione e la mutilazione. I finanziamenti possono anche essere utilizzati per sostenere gli adulti di riferimento che si prendono cura dei minori non accompagnati o le famiglie in povertà che lottano per prendersi cura dei propri figli».
Secondo quanto evidenziato dal rapporto, nel 2022 circa 22,4 milioni di bambini bisognosi e i loro adulti di riferimento sono stati destinatari di servizi di protezione dell’infanzia che richiedono un finanziamento di quasi 795 milioni di dollari. Tuttavia, i governi hanno trovato solo il 19% dei fondi necessari, creando un vuoto finanziario di oltre 646 milioni di dollari e lasciando quasi 18 milioni di minorenni e adulti di riferimento senza aiuto e sostegno.
Come si spiega nella presentazione del documento, questo crescente deficit di finanziamento deriva dal fatto che sempre più bambini vivono in aree di conflitto armato. I dati rivelano infatti che in Europa il numero di under 18 esposti al conflitto è quadruplicato in un solo anno, passando da due a nove milioni, ed è alimentato dalla guerra in Ucraina. L’Africa, inoltre, è rimasta la regione con il numero più alto di minorenni che vivono in zone di conflitto (circa 183 milioni) e il Medio Oriente, al pari degli anni precedenti, ha continuato ad avere la quota più alta di bambini che vivono in zone di guerra rispetto alla popolazione infantile totale (il 39%, ovvero uno su tre).
Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.
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