I bambini che vivono in condizioni di povertà estrema sono, nel mondo, circa 385 milioni. Lo rivela il recente rapporto dell'Unicef e della Banca Mondiale Ending extreme poverty: a focus on children, una fotografia del fenomeno da cui emerge che i bambini più a rischio sono quelli più piccoli: oltre un quinto dei minori sotto i 5 anni nei Paesi in via di sviluppo vive in povertà estrema.
Secondo i dati del rapporto, nel 2013 il 19,5% dei bambini nei Paesi in via di sviluppo viveva in famiglie che sopravvivevano con meno di 1,9 dollari a persona al giorno, rispetto al 9,2% degli adulti.
Le stime globali sulla povertà estrema infantile sono basate sui dati di 89 Stati, che rappresentano l'83% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
L'Africa subsahariana ha i tassi più alti di bambini che vivono in povertà estrema (poco meno del 50% della popolazione infantile). Oltre la metà dei bambini in condizioni di povertà estrema, nel mondo, vive in Africa. L'Asia meridionale è al secondo posto, con circa il 36% (il 30% è in India). Complessivamente, più dell'80% dei minori in povertà estrema vive in aree rurali.
«Il numero totale di bambini in povertà estrema indica la reale necessità di effettuare degli investimenti specifici durante i loro primi anni di vita, ad esempio in servizi come assistenza pre-natale per le donne in gravidanza, programmi per lo sviluppo della prima infanzia, scuole di qualità, acqua pulita, servizi igienico sanitari e cure mediche universali», ha dichiarato Ana Revenga, direttrice dei programmi su povertà ed equità della Banca Mondiale. «Migliorare questi servizi e assicurare che i bambini di oggi possano avere un accesso a opportunità lavorative di qualità, è l'unica strada per rompere il ciclo di povertà intergenerazionale che oggi è così diffuso».