Si chiama Empowering the Next Generation il programma promosso dall’Unicef e dalla Fondazione Avsi per garantire occasioni di apprendimento, inclusione, benessere psicosociale e protezione a 600 bambini e adolescenti ucraini in 5 regioni italiane: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria.
«Nonostante la mancanza di dati – si legge nel sito di Avsi -, è ampiamente riconosciuto che esiste una discrepanza tra il numero di bambini ucraini iscritti nelle scuole in Italia e il numero di bambini che effettivamente frequenta la scuola. Molti studenti ucraini stanno proseguendo gli studi grazie alla didattica a distanza, ma ad oggi non sono disponibili dati che ne dimostrino l’effettiva partecipazione e l’efficacia. Inoltre, gli studenti ucraini in Italia affrontano molte sfide, tra cui difficoltà con la lingua italiana e una differenza della struttura del sistema scolastico. Le interruzioni dell'apprendimento in classe possono avere un grave impatto sulla capacità di apprendimento di un bambino. Più a lungo i bambini e gli adolescenti sono fuori dalla routine scolastica, meno è probabile che riescano a tornare a scuola».
Molte le iniziative previste dal programma: fra queste, sostegno educativo e riduzione del divario digitale; attività extracurriculari (doposcuola, attività ricreative e sportive, supporto individuale) mirate a rafforzare «quelle che vengono definite soft skills, cioè la capacità di apprendimento e di innovazione, pensiero critico, comunicazione, collaborazione e creatività, abilità informatiche, di utilizzo dei media e nuove tecnologie».
Il progetto punta a coinvolgere anche 300 bambini e adolescenti vulnerabili, italiani e stranieri, e 60 attori del sistema educativo: partner, insegnanti, volontari ed educatori di organizzazioni della società civile impegnati nella proposta di attività extrascolastiche.
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